Gp di Monaco, Ferrari: feriscono i proclami non i risultati







Ancora una volta la Ferrari ha dimostrato di non avere i mezzi per lottare con la prima della classe, la Mercedes, e sono altri che si sostituiscono a lei e cominciano a disturbare il dominio delle frecce d’argento. Se già in Spagna abbiamo visto come la Red Bull fosse davanti alla Rossa per prestazioni su un circuito, tra l’altro, molto indicativo, a Monaco anche la beffa di vedersi arrivare davanti anche una Force India. Certo, difficilmente sarà ripetibile per il team di Vijay Mallya il ritrovarsi davanti al Cavallino, ma intanto la pugnalata al tifoso ferrarista è arrivata. Forse però, a ferire il tifoso Ferrari non sono lo strapotere Mercedes, la Red Bull ritrovata o l’onta di una Force India sul podio a Monaco, bensì tutti quei proclami di vittoria lanciati già durante l’inverno pre-stagionale. Da una parte i vertici di Maranello, dall’altra certa stampa tv che “pompava” l’ambiente nella speranza di vendere abbonamenti facili.
Poi, dopo le prime gare (Australia a parte), tutti a ricercare le scuse migliori e rimandare sempre alla gara successiva l’arrivo della prestazione e della vittoria. Tutti a misurare quanto il gap con la Mercedes fosse diminuito, senza curarsi di guardarsi alle spalle e misurare, invece, quanto gli avversari si stessero avvicinando. Essere tacciato di essere poi anti ferrarista da tutti quegli “ultrà” prestati alla Formula 1 in una domenica senza giuoco del calcio fa ancor più ridere rispetto a tutti quei finti “espertoni” che non accettano ancora un’analisi obiettiva delle prestazioni Ferrari, perché intenti ad influenzare le percezioni del pubblico secondo i dettami altrui. La Ferrari non c’è, e pensa già al 2017, questa è la realtà dei fatti. Difronte ad un’evidente ritardo tecnico a cui non si è riusciti neanche quest’anno a trovare soluzione, a Maranello guardano già all’anno prossimo e all’imminente rivoluzione tecnico-aerodinamica a cui saranno sottoposte le monoposto. Questo almeno è quello che si comincia a sussurrare in alcuni ambienti.
Se poi pensiamo che dopo i dubbi sollevati da alcuni sulla gestione che certi top team facevano delle loro pressioni gomme dopo il via, e come la Ferrari da quel momento in poi sia andata in difficoltà… e ora ci si lamenta, guarda un po’ il caso, di una “finestra termica” di utilizzo delle gomme troppo ristretta. Insomma, la rivoluzione interna alla Ferrari, cominciata due anni fa con la promozione delle seconde linee a responsabili di alcuni reparti chiave, non ha certo portato i frutti sperati. Questo avanzamento delle seconde linee ha consegnato, tecnici di “secondo” livello. Come mi disse un qualcuno, un tempo molto vicino alla Rossa, “sembra che punti al ribasso”. Servirebbero tecnici con la capacità di innovare e rivoluzionare tecnicamente la Ferrari, ma questi purtroppo ora sono altrove; penso a Newey, primo fa tutti , alla corte Red Bull che è ritornato da poco a concentrarsi al 100% alla Formula 1 ed ha risollevato il team con qualche colpo di matita.