Domande che gli avvocati di Cupertino vogliono rivolgere all’FBI ma alle quali non sarà facile ottenere risposta. Il Bureau può decidere di non rivelare nulla e mantenere segreto un metodo che - come già lasciato intendere dal Dipartimento di Giustizia - potrebbe essere utilizzato in futuro anche su altri casi selezionati. I federali hanno il potere di trincerarsi dietro gli accordi di riservatezza stipulati con la terza parte che li ha aiutati a sbloccare il telefono. Oppure potrebbe invocare ragioni di sicurezza nazionale.
Le stesse ragioni, però, che potrebbero addurre gli potrebbero addurre gli avvocati di Cupertino per convincere il Bureau a collaborare, con una curiosa inversione dei ruoli visti fin qui. Una vulnerabilità diffusa, che potrebbe rendere insicura una delle piattaforme software più usate dai cittadini americani, è in fondo una potenziale minaccia per la sicurezza di tutti.
Senza chiarimenti da parte dell’FBI si possono fare solo ipotesi ed è difficile stimare un livello di rischio. Se quella sfruttata dai federali fosse effettivamente una falla sconosciuta agli ingegneri di Cupertino ci troveremmo davanti allo scenario peggiore, ovvero l’esistenza di una vulnerabilità che una Apple ignara non può in alcun modo risolvere e che i cybercriminali potrebbero scoprire ed usare ai propri scopi.