Le isole Senkak conosciute in Cina come isole Diaoyutai sono isole poco più grandi di scogli e completamente disabitate, oltre che inospitali nel mar Cinese Orientale, la cui territorialità è rivendicata da giapponesi e cinesi.
La contesa è nata a causa di interessi economici: al largo delle Senkaku infatti si trovano pozzi di petrolio e di gas naturale ancora da sfruttare. La comunità internazionale ha riconosciuto l’appartenenza delle Senkaku al Giappone, ma la Cina continua a rivendicarne la proprietà, generando così nuovi attriti fra i due giganti asiatici.
n realtà l’attuale proprietario delle isole è un investitore privato giapponese, dal quale l’amministrazione di Tokyo vorrebbe comprarle per poterne sfruttare a pieno le risorse naturali. La notizia che il Giappone stia già trattando i termini dell’acquisto con il proprietario ha fatto infuriare i politici di Pechino, che dichiarano infattibile qualsiasi operazione di acquisto o vendita delle isole, in quanto appartenenti al territorio cinese.
In seguito alla sconfitta cinese nella prima guerra sino-giapponese (1894-1895) e al conseguente Trattato di Shimonoseki (aprile 1895),nel 1895 Taiwan ed altre isole vicine passarono sotto la sovranità dell'Impero giapponese. Le Senkaku furono esplorate, misurate ed incorporate nel territorio nazionale quello stesso anno. Attorno al 1900, l'imprenditore giapponese Koga Tatsushiro costruì uno stabilimento per la lavorazione del tonnetto striato, trasferendo nelle Senkoku 200 lavoratori. L'impresa fallì nel 1940 e da quel momento le isole rimasero deserte.
Con la sconfitta nipponica nella seconda guerra mondiale e l'occupazione del Giappone, Taiwan e le Senkoku diventarono parte dell'Amministrazione civile degli Stati Uniti d'America per le Isole Ryukyu, pur rimanendo formalmente sotto la sovranità giapponese. Da quel momento iniziarono le esercitazioni della United States Navy nelle Senkaku. Sconfitte nella guerra civile cinese, nel dicembre 1949 le truppe di Chiang Kai-shek fuggirono dalla Cina continentale ed occuparono Taiwan. Da questo momento, sia Pechino che Taipei reclamarono la sovranità su tutta la Cina, comprese le Senkaku. In forza dei trattati di San Francisco (1951) e di Taipei (1952), il governo giapponese formalmente rinunciò alla sovranità su Taiwan. I trattati fanno riferimento ad altre isole prossime a Taiwan ma non alle Senkaku che, pur sotto il controllo americano, continuarono a far parte della Prefettura di Okinawa.
Nel 1969, la commissione economica e sociale per l'Asia ed il Pacifico delle Nazioni Unite identificò potenziali riserve di petrolio e gas in prossimità delle isole. Nello stesso anno venne siglato il Trattato di reversione delle Okinawa tra gli Stati Uniti ed il Giappone.
Negli anni Settanta, i discendenti di Koga Tatsushiro vendettero 4 delle isole Senkaku alla famiglia Kurihara della Prefettura di Saitama. Nel 1972, secondo quanto stabilito nel 1951 dal Trattato di pace di San Francisco e dal Trattato di reversione delle Okinawa del 1969 tra USA e Giappone, le isole ritornarono sotto il controllo dell'amministrazione giapponese. Il governo giapponese assegnò la giurisdizione delle isole al comune di Ishigaki ma, per non creare turbative con Pechino, proibì lo sfruttamento, lo sviluppo e l'accesso alle isole.
In questo stesso periodo a Repubblica Popolare Cinese e la Repubblica di Cina (Taiwan), che non avevano firmato il trattato di San Francisco, contestarono con maggiore durezza i diritti di Tokyo sulle isole. I cinesi sostennero che oltre al punto di vista storico, secondo cui le Senkaku fanno parte di Taiwan, dal punto di vista geologico le isole non fanno parte delle Ryukyu, dalle quali sono separate dal profondo canale di Okinawa.