L'uomo di Piltdown è una famosa truffa paleontologica riguardante un falso ritrovamento di resti fossili spacciati come appartenenti ad una specie di ominide sconosciuta
Nel dicembre del 1912, il curatore della sezione di geologia del Natural History Museum di Londra, Arthur Smith Woodward, annunciò la scoperta – realizzata pochi mesi prima da un collezionista e commerciante di antichità e reperti paleontologici, Charles Dawson - di un antichissimo cranio, pressoché completo, che poteva costituire il perfetto anello evolutivo mancante fra l'uomo e gli altri primati. L'Eoanthropus dawsoni, come lo aveva battezzato Woodward, mostrava una teca cranica, una mandibole e dei denti dotati da un lato di caratteristiche tipicamente umane e dall'altro di netti tratti scimmieschi.
Negli anni successivi e fino allo scoppio della prima guerra mondiale, nello stesso sito, una cava di ghiaia nei pressi della cittadina di Piltdown, nell'Essex, furono estratti svariati reperti – sia da Dawson sia da altri paleontologi, fra cui appunto Teilhard de Chardin – compresi manufatti litici che avrebbero testimoniare le capacità tecnologiche dell'”uomo di Piltdown”.
La scoperta fece scalpore ma, benché accettata dalla maggioranza degli scienziati del tempo, non mancò di suscitare polemiche da parte di una nutrita minoranza. Nei decenni successivi i dubbi si acuirono, dato che nessuno dei fossili dei nostri antenati che venivano via via scoperti nelle più disparate regioni del mondo mostrava qualsiasi punto di contatto con il singolare assortimento di caratteri dell'uomo di Piltdown.
La resa dei conti arrivò solo nel 1950 quando, applicando la tecnica di datazione al radiocarbonio appena introdotta, si scoprì che la mascella dell'Eoantropus non poteva risalire a più di 50.000 anni fa, mentre sulla base di dati stratigrafici, di altri reperti rinvenuti nelle vicinanze del cranio e del suo stato di conservazione, Woodward e Dawson l'avevano datata a ben un milione di anni fa. Nel 1953, successive più accurate analisi svelarono infine che si trattava di una truffa, dato che la mascella e i canini provenivano presumibilmente da un orango e parti della teca cranica da un uomo moderno.