La nitroglicerina si prepara per nitrazione della glicerina con una miscela solfonitrica a una temperatura inferiore a 18 ºC. I composti di partenza utilizzati per produzione di nitroglicerina devono essere il più possibile puri: in caso contrario si ottiene una nitroglicerina impura che già durante la preparazione oppure durante la conservazione può alterarsi fino a esplodere spontaneamente.
La nitroglicerina pura si presenta come un liquido pesante oleoso e incolore, quasi insolubile in acqua ma miscibile con la maggior parte dei solventi organici, con punto di fusione a 13,1 ºC. Per riscaldamento a 180 ºC o per semplice urto la nitroglicerina esplode con estrema violenza; da ciò la pericolosità del trasporto e della conservazione, per cui la nitroglicerina viene usata come esplosivo solo in casi eccezionali. Rappresenta il costituente fondamentale di altri esplosivi più maneggevoli, come la dinamite e le polveri senza fumo tipo balestiti, ecc., che si preparano miscelando la nitroglicerina rispettivamente con materiali adsorbenti solidi come la farina fossile o gelatinizzandola con nitrocellulosa e altri ingredienti e con opportuni agenti stabilizzanti.
La nitroglicerina è stata sintetizzata per la prima volta da Ascanio Sobrero nel 1847. Egli avvisò quante più persone poté di non riprodurne la sintesi, data la sua estrema instabilità e la conseguente pericolosità. Vedete, la detonazione della nitroglicerina produce una quantità di gas tale da occupare più di 1200 volte il volume originale a condizioni di temperatura e pressione normali (notare che, in seguito alla detonazione, i gas rilasciati sono estremamente caldi, pertanto occupano un volume ancora maggiore). L’onda di pressione risultante dall’espansione dei gas è talmente potente da demolire edifici e uccidere le persone all’istante.