Uno sperone di roccia simile al muso di un grande animale preistorico riversa sporgendosi nel vuoto una cascata d’acqua in un laghetto, in un contesto paesaggistico di verdi prati
Oltre ai Gessi bolognesi sull'Appennino, nel territorio del Comune di Castel D'Aiano, nella Valle dell'Aneva, in località San Cristoforo di Labante, si trova un interessante fenomeno carsico: le grotte di Labante. Si narra che la necropoli etrusca di Misa di Marzabotto ed anche le tombe etrusche che si trovano a Bologna nei Giardini Margherita siano state fatte con il travertino ricavato da questo magico posto.
Questo complesso caresico rappresenta le più grandi grotte di travertino in Italia e forse anche d'Europa, dall'alto valore scientifico.
La grotta ha una lunghezza di 54m ed un dislivello di 15 ed insieme alla sorgente di San Cristoforo da luogo a una spettacolare cascata naturale. Proprio l'acqua che sgorga, ricca di sali di calcio, concorre alla formazione dei travertini che venivano estratti già in epoca romana e che danno il soprannome di "Sorgenti Pietrificanti".
La sorgente di San Cristoforo (che si trova a 622m s.l.m) è dotata di una portata media estiva di 11,2 l/s e rappresenta un'importante fonte di approvvigionamento idrico, tanto che dal 1986 concorre ad alimentare la rete dell'acquedotto dei comuni di Castel d'Aiano e Vergato.
Una parte di quest'acqua viene usata per alimentare un antico lavatoio che è ancora visibile nei pressi della chiesa e la cascata che genera il fenomeno carsico, costruendosi così il letto dove scorrere strato dopo strato.
La gita alle grotte di Labante è fattibile per tutti, così come i sentieri che da essa si diramano nelle varie direzioni, tra boshi lussureggianti di faggi e castagni secolari, ove si celano antichi rifugi selvaggi e morbide colline, dove si possono trovare luoghi incantevoli per un pic-nic in un giorno di festa.