Fondata dai Romani nel 181 a.C. come avamposto militare contro i barbari, Aquileia divenne in seguito un importante centro commerciale fluviale e una delle città più fiorenti dell'Impero.lo all'articolo.
La città di Aquileia era a capo del sistema viario della regione per la sua posizione all’incrocio di più strade, tra cui le maggiori erano la via Postumia, la via Iulia Augusta e la via Gemina; era inoltre il punto di partenza delle strade che si diramavano verso il bacino danubiano e la via dell’ambra che giungeva dal mar Baltico.
Dopo l’editto di Milano divenne, grazie alla sua posizione, uno dei principali centri di diffusione del Cristianesimo nell’Europa del Nord e dell’Est.
Nel Medioevo la città friulana crebbe in maniera notevole, sviluppandosi attorno alla Basilica dei Patriarchi, un capolavoro che ha reso Aquileia famosa in tutto il mondo.
Il Foro Romano
Il primo monumento che il visitatore vede quando entra ad Aquileia sono le rovine del Foro romano. Il foro era la principale piazza e ad oggi rimangono poche vestige ben conservate. Gli scavi iniziarono nei primi anni ’30 el secolo scorso e sono tutt’ora in corso; durante il periodo medioevale l’area del foro, più bassa, andò progressivamente impaludandosi, a causa anche dell’intasamento e del malfunzionamento delle fognature fino ad essere sepolto e diventare una palude.
Molto suggestivo è il severo colonnato bicolore che si mostra al visitatore.
La Basilica di Aquileia
Considerata da molti uno degli edifici romanici più belli al mondo l’edificazione della Basilica di Santa Maria Assunta ad Aquileia inizia nell’anno 331 d.C., per volere del Vescovo Teorodo.
La Basilica che oggi vediamo è però la ricostruzione dell’anno 1000 e solamente il portico di Massenzio situato all’entrata risulta antecedente di circa 300 anni.
Dedicata alla Vergine e ai santi Ermacora e Fortunato, nel 331 d.C. con l’Editto di Milano che metteva fine alla persecuzione dei cristiani, i fedeli ebbero la possibilità di edificare i loro edifici liberamente: la Basilica è appunto uno dei primi edifici costruiti e, durante i secoli, venne distrutta e ricostruita ben quattro volte. Ogni ricostruzione veniva fatta sopra la precedente così oggi possiamo vedere il pavimento originale, ricoperto di splendidi mosaici, più basso rispetto all’entrata dell’edificio.
Il pavimento con i suoi meravigliosi mosaici plicromi venne portato alla luce dagli archeologi all’inizio del ‘900 e risale al IV secolo ed è il più grande mosaico paleocristiano mai rinvenuto (ben 760m2), mentre il soffitto ligneo a volta di nave è del XV secolo.
Putroppo la messa in opera delle colonne di destra, databile tra il IV ed il V secolo ha parzialmente rovinato il mosaico in quel punto ed oggi si possono vedere le fondazioni delle colonne dopo che i lavori di restauro tra il 1909 ed il 1912 hanno rimosso il pavimento medioevale, risalente al 1030 circa.
Sempre dalla Basilica è possibile accedere alla cosiddetta "Cripta degli Scavi" ed alla "Cripta degli Affreschi".
La prima comprende una serie di resti di costruzioni appartenenti a diversi periodi storici che vanno dal periodo romano di età augustea fino al primo edificio di culto cristiano. La cripta degli affreschi si trova invece sotto l’altare maggiore ed è completamente ricoperta di affreschi: le scene principali sono dipinte al centro delle volte mentre nei pennacchi trovano posto figure di santi e busti di angeli all'interno di tondi. Nella cripta risalente al IX secolo, tra le colonne che sono il basamento dell’altare, si possono individuare due diversi artisti, o gruppi di artisti.
Il Porto Fluviale
Si giunge al porto fluviale percorrendo la via Sacra, una passeggiata archeologica posta nell’alveo del fiume e lunga circa un chilometro, che è stata creata con la terra di risulta degli scavi e lungo la quale sono stati collocati resti architettonici e monumentali provenienti dagli scavi delle mura e del foro.
Il porto fluviale di Aquileia è uno dei esempi meglio conservati di struttura portuale del mondo romano che
sorge dove una volta scorreva il fiume Natisone-Torre che era navigabile con una larghezza di circa 48 metri.
Le rovine che vediamo oggi risalgono alla metà del I sec. d.C., cioè all’impero di Claudio. Una delle principali rotte fluviali romane nell’Adriatico andò piano piano a perdere importanza durante il periodo tardo imperiale.
Grazie al porto la città fu a partire dall’epoca imperiale un emporio cosmopolita e un luogo di incontri di genti diverse, oltre che ad un centro di ampia apertura culturale anche dal punto di vista religioso. Grazie allo studio delle anfore ritrovate si è potuto ricostruire il traffico di commerci e di prodotti come il vino, l’olio e il grano. Grazie sempre allo studio sui reperti si è scoperto che l’area i cui venivano prodotte le anfore corrispondeva all’area di produzione delle merci esportate, e che i vari tipi di anfora erano in stretta relazione con i prodotti da esse contenuti. I prodotti della regione che consistevano principalmente in cereali, frutta e olive rappresentavano il principale prodotto di esportazione. In particolare l’olio era il principale prodotto che, grazie alla rete fluviale poteva essere esportato in tutta la Valle Padana.
I primi scavi sono stati svolti a partire dalla fine dell'Ottocento con tecniche che non includevano ancora le osservazioni stratigrafiche; perciò molti elementi di valutazione e datazione riguardanti il porto di Aquileia sono andati perduti.
Il Porto Fluviale romano ad Aquileia, oggi è anche una bella passeggiata tra natura e storia da fare nelle giornate di sole.
Aquileia è una città d'arte che merita d'esser scoperta, con un patrimonio ancora in parte ignoto al turismo di massa ed un glorioso passato.