Il pensiero computazionale è un processo mentale per la risoluzione di problemi che permette di operare a diversi livelli di astrazione del pensiero. Il miglior modo per sviluppare il pensiero computazionale, ad oggi, è tramite il coding. Il termine coding, in italiano, si traduce con la parola programmazione, ma questa traduzione letterale limita molto quello che è il concetto già di per sé molto astratto della parola stessa e l’uso che ne viene fatto.
Abbiamo iniziato affermando che il coding è il miglio modo per sviluppare il pensiero computazionale. Vediamo di approfondire la spiegazione di cosa sia il pensiero computazionale, prendendo spunto da un articolo di Jeannette Wing ( professoressa di “Computer Science” alla Carnegie Mellon University, Pittsburgh) del 2006:
“Computational thinking is a fundamental skill for everyone, not just for computer scientists. To reading, writing, and arithmetic, we should add computational thinking to every child’s analytical ability.
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Computational thinking involves solving problems, designing systems, and understanding human behavior, by drawing on the concepts fundamental to computer science. Computational thinking includes a range of mental tools that reflect the breadth of the field of computer science.”
Come afferma la professoressa il pensiero computazionale è un metodo di pensare che si può applicare poi nella vita di tutti i giorni e nei rapporti con le altre persone, non è quindi solo un metodo per “imparare a programmare” come affermano i meno informati.
Il coding permette di mettere insieme diverse necessità delle varie discipline scolastiche: come in grammatica bisogna seguire correttamente una sintassi e delle regole, come in matematica è importante impostare la procedura risolutiva di un problema, sempre come in matematica ed in musica bisogna saper leggere e scrivere usando linguaggi simbolici e, come quando si scrive un testo di italiano, è necessario scrivere un testo corretto, comprensibile ed espressivo.
Agli inizi degli anni ’60 il professor Seymour Papert del mit ideò quello circa venti anni dopo sarebbe diventato uno dei principali strumenti per insegnare il coding ai bambini: il LOGO.
Inizialmente il LOGO serviva per muovere un robot con dei semplici comandi avandi 10, destra 90, ecc. , fino a quando negli anni ’80 con l’avvento dei monitor e dei computer a basso costo venne sviluppata una versione visuale che letteralmente disegnava sullo schermo quello che in precedenza un robot faceva.
Sempre negli stessi anni iniziarono ad uscire in commercio giochi che si programmavano allo stesso modo e che ancora adesso vengono prodotti.
La semplicità del linguaggio ed il fatto che le principali azioni consistevano del disegnare su di uno schermo portarono il LOGO a diventare il linguaggio principale per spiegare ai bambini i concetti geometrici (cerchio, quadrato, triangolo, ecc) e permise a molti bambini di avvicinarsi ai rudimenti della programmazione sotto forma di gioco.
Purtroppo per molti anni, in Italia ed in molti altri paese, l’idea di insegnare il coding a scuola rimase relegato ai licei sperimentali o agli istituti tecnici con indirizzo specifico, fino a quando ,nel 2014 con la riforma della buona scuola venne introdotto il pensiero computazionale nelle scuole.
Pensiero computazionale, è uno strumento universale: pensare in modo computazionale significa suddividere il processo decisionale in singoli step e ragionare passo dopo passo sul modo migliore per ottenere un obiettivo. Una comportamento che in realtà mettiamo in atto tutti i giorni spesso in maniera inconscia.
L’esempio più significativo di utilizzo del pensiero computazionale lo troviamo nel film “Apollo 13” nella scena dove un think thank di ingegneri si deve inventarsi un filtro per l’ossigeno partendo da pochi materiali disponibili.
Come abbiamo detto all’inizio il pensiero computazionale è un modo di pensare a diversi livelli di astrazione per raggiungere un obbiettivo, il fatto che il Coding sia il metodo più diretto per sviluppare questo modo di pensare porta alla conseguenza che avremo delle persone più consapevoli non solo del mondo che le circonda ma anche di come interagire con esso visto che sono in grado di padroneggiarne le basi: non saranno più dei semplici fruitori della tecnologia ma ne saranno i veri padroni.
“Intellectually challenging and engaging scientific problems remain to be understood and solved. The problem domain and solution domain are limited only by our own curiosity and creativity" (Jeannette Wing)
Bibliografia
Jeannette M. Wing, "Computational Thinking", COMMUNICATIONS OF THE ACM, Marzo 2006/Vol. 49, No. 3
Carnegie Mellon University: http://www.cs.cmu.edu/~15110-s13/Wing06-ct.pdf
(Ultima consultazione dicembre 2018)