Il 25 marzo 2019 gli utenti che accedevano alle pagine della nota enciclopedia online wikipedia hanno avuto la triste sorpresa di trovarsi la pagina autosospesa per protesta contro la legge che si stava varando in nel parlamento europeo riguardo il diritto di copywrite.
Di Wikipedia e di come, a volte, le informazioni esposte non siano sempre affidabili ne ho già parlato in un mio precedente post e non voglio tornarvi sopra, così come non voglio trattare della nuova normativa europea sul copywrite; quello che voglio evidenziare in questo mio post è invece come sia possibile (a volte anche augurabile) approfondire le ricerche online baypassando wikipedia.
I motori di ricerca, tra i vari requisiti che permettono un buon posizionamento nelle ricerche, considerano anche la popolarità di un sito e quanto il contenuto di questo sia affine alle parole ricercate dall’utente. In base a questi criteri Wikipedia compare sempre tra i primi posti (se non addirittura per primo) e l’utente medio, in generale, non cerca più fonti di informazione, ma si limita al primo (al massimo al secondo) risultato che trova. In questo modo Wikipedia guadagna sempre più posizioni ed è diventata il punto di riferimento per “sapere” qualcosa. Secondo i dati Semrush wikipedia è il sito che in Italia riceve il maggior numero di visite da Google
Il 25 marzo, però gli utenti hanno dovuto arrangiarsi come ai tempri pre-wikipedia. Nulla di grave, s’intende, il disguido è stato momentaneo, ma molti utenti hanno riscoperto la rete per le ricerche.
D'altronde molti geek già lo facevano: se si voleva avere delle informazioni su di un film meglio andare su mymovie.it che offre un database molto fornito oltre che diverse recensioni e critiche; se si vuole sapere qualcosa di matematica cosa c’è di meglio di youmath.it?
Ed in effetti se volessimo fare una prova e confrontare il risultato della ricerca per la parola “numero complesso” tra wikipedia e youmath scopriremmo che la spiegazione di quest’ultimo (sebbene più lunga) è molto più chiara e comprensibile.
Ci siamo accorti che con il passare del tempo Wikipedia tende ad essere sempre più ingombrante, diventando sempre più spesso l’unico mezzo per ricercare informazioni online e che disincentiva l’utente alla ricerca di altre fonti.
Ma il variare delle fonti anche per sedare una piccola curiosità o una trascurabile lacuna, è diventato un obbligo.
Certo molti utenti si saranno trovati spaesati, persi, impauriti senza una risposta manicheistica immediata che illumina la loro curiosità velocemente quasi che un possibile horror digitale si sia insinuato nella loro vita e, magari, hanno rinunciato alla loro ricerca aspettando che il “doomsday” wikipediano passasse.
La verità, invece, è che senza l’enciclopedia libera e collaborativa si può vivere bene, anzi ci si può informare meglio e magari confrontarsi con i nostri interlocutori portando più punti di vista di uno stesso argomento.
Certo il 1492 rimane per tutti l’anno della scoperta dell’America e dell’unificazione spagnola, ma la quantità e la qualità di come quest’informazione viene data fa la differenza, un po’ come leggere una rivista di storia o un saggio di storia sullo stesso argomento.