Da qualche anno, grazie al Decreto di rideterminazione del compenso per “Copia privata” del Ministro Sandro Bondi, chiunque abbia acquistato una memoria di massa ( Hard disk, DVD, memory stick, masterizzatori, ecc. ) si sarà accorto che viene applicata un imposta SIAE in base alla capienza del supporto acquistato. Questa “tassa” è chiamata equo compenso e va a rimpinguare per il 70% le casse della Società Italiana degli Autori ed Editori.
In pratica, quantificando i prezzi aumentano proporzionalmente alla capacità di memoria: ad esempio 36 centesimi per una chiavetta Usb da 4 Giga, 50 centesimi per un Dvd riscrivibile, quasi 10 euro in più per i dischi rigidi da 15 Giga montati sui lettori Mp3 e 30 euro per un hard disk da 250 gigabyte. Tralasciando l’assurdità di una simile tassa ( che da per scontato che chiunque acquisti una memoria di massa la usi per fare copie illegali), con la legge di stabilità per il 2014, dal gennaio del prossimo anno ( siamo a dicembre 2013) vi sarà un aumento della suddetta tassa, nonché un allargamento a smartphone, tablet e smart TV.
Questo vuol dire che, oltre che a penalizzare uno dei pochi settori non ancora in crisi, quello degli smarthpnone e dei tablet , anche chi comprerà un dispositivo per lavoro si troverà penalizzato; senza pensare a chi già acquista musica o film attraverso canali legali ( quali ad esempio ITUNES, GOOGLE PLAY, ecc) paga già i diritti d’autore e che quindi si troverà a pagarli due volte ( una quando l’acquista e una quando ha acquistato il dispositivo smatphone o tablet sul quale viene salvato il contenuto acquistato).
Se finora alla Siae era permesso di adeguare l'equo compenso in base alla media europea, ora, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l'ente avrebbe libertà d'azione, così che i rincari potrebbero toccare il 500% e generare un indotto che potrebbe coinvolgere anche le Smart TV, tra 100 e 200 milioni di euro.
Questo, presunto, aumento della tassa non è certo un modo per combattere la piraterie e/o per risarcire gli autori per le “presunte” perdite di guadagno ( e sottolineo presunte in quanto nessuno sa quale artista verrà registrato sul supporto acquistato o se mai lo sarà), ma un nuovo metodo per rimpinguare le casse dello stato; la maggior parte dei download illegali sono il logico comportamento di chi è frustrato perché non trova un corrispettivo legale, o/è troppo costoso, o non è compatibile con il proprio lettore elettronico oppure non lo si trova in commercio nei normali canali.
All'interno della stessa legge è anche previsto un aumento del canone Rai di 6 euro e l’introduzione della WEB-TAX . Il digital divide italiano, insomma, rischia più di aumentare invece che diminuire nei prossimi mesi.