Dopo l’insuccesso di Windows 8.0 nel luglio 2015 Microsoft, alla presentazione del nuovo sistema operativo Windows 10, dichiarava molto decisa che quello che usciva in quei giorni sarebbe stato l’ultimo sistema operativo rilasciato dalla casa di Redmond, e che "Non ci sarà nessun Windows 11", ma solamente aggiornamenti gratis di Windows 10.
Il traguardo che Satya Nadella (CEO Microsoft) puntava a realizzare sei anni fa non era un semplice sistema operativo ma un servizio, un sistema che sarebbe stato integrato e che avrebbe dovuto destreggiarsi fra più categorie di prodotti che passavano da software e servizi (come Azure), fino ad arrivare all'hardware, con smartphone, tablet e dispositivi 2-in-1.
Quello che è successo poi è abbastanza chiaro agli occhi di tutti, l’uscita dal mercato degli smartphone (che la stessa Microsoft aveva iniziato a creare prima di Apple e di Google già dal 1996 con Windows Ce) e la crescita invece dei suoi servizi in Cloud come Azure o Office 365, ha portato l’azienda a rivedere le proprie idee così, a metà del 2021, delle grandi novità vengono presentate da Microsoft nell’ambito dei sistemi operativi.
La prima di queste novità è stata annunciata il 24 giugno 2021 e riguarda il successore di Windows 10 che si chiamerà, perlappunto Windows 11!
Da un punto di vista tecnico, stando a quanto dichiarato, le richieste Hardware non sono molto diverse da quelle del suo predecessore a parte il fatto che richiede obbligatoriamente un account Microsoft, una connessione a internet e la presenza di un BIOS UEFI e del chip TMP21 per il Secure Boot 2 .
La scelta di utilizzare questo tipo di BIOS e la presenza del chip è dovuta principalmente per impedire ai malware (in special modo ai rootkit) di modificare la procedura di avvio del sistema ed eseguirsi automaticamente prima del caricamento di Windows costituendo un grave rischio per la riservatezza e l'integrità dei dati. I vecchi computer che utilizzavano il BIOS Legacy, anche se hanno una sufficiente quantità di Ram e un processore adeguato non saranno quindi in grado di utilizzare il nuovo sistema operativo. Microsoft dichiara di aver sviluppato Windows 11 attenendosi a tre principi: sicurezza, affidabilità e compatibilità.
Per quanto riguarda l’utilizzo di un account Microsoft, questo è necessario solamente per la versione Home del sistema operativo, per la versione Pro o successive si può anche utilizzare un account locale.
Da un punto di vista grafico la novità più sorprendente è il nuovo layout del desktop e la riconfigurazione della barra delle applicazioni e del menù di start, molto simile a Mac O/S o a certe distribuzioni Linux quali Elementary OS o Deepin Os.
Se questa scelta premierà Microsoft o la penalizzerà, come successe con windows 8.0 che aveva abbandonato il classico menù di start (vedi articolo su questo sito “Start è tornato” del 2015) lo vedremo nei prossimi mesi.
La seconda grande novità nel settore dei sistemi operativi riguarda il rilascio della prima distribuzione3 Linux targata Microsoft e chiamata: CBL-Mariner .
Prima dell’avvento dell’era di Satya Nadella alla guida dell’azienda di Redmond Linux era considerato un rivale, ma con l’esborso di 500 mila dollari annui l’azienda di Redmond dal 2016 è entrata a far parte del consiglio d’amministrazione della Linux Foundation e si è aperta al mondo dell’Open Source che, non è più visto come un rivale, ma come un’opportunità. Ad oggi il 40% delle macchine virtuali su Azure (il cloud Microsoft) girano su sistemi Linux e in uno degli aggiornamenti di windows 10 è stato introdotto Power Shell tipico del mondo linux.
CBL-Mariner era utilizzata fino ad ora solamente come strumento di test interni di Microsoft e pensata per l’utilizzo dei server. La versione 1.0 di questa distribuzione Linux è diventata stabile a novembre e utilizzabile sui server avendo come caratteristica la leggerezza del sistema dato che, come idea base per la distribuzione, serve solo un core di pacchetti per gestire i servizi cloud ed edge.
Da un punto di viste puramente tecnico la distribuzione Microsoft di Linux usa Ubuntu come build4 ma per la gestione dei pacchetti utilizza i procedimenti di Fedora (un’altra distribuzione linux).
Siamo quindi passati da Steve Ballmer (predecessore di Nadella) che diceva che “Linux è un cancro da estirpare” ai ringraziamenti pubblici al Photon OS Project, al Fedora Project, al Linux from Scratch, a OpenMamba distro, a GNU e alla Free Software Foundation (FSF). Qualcosa di impensabile.
L’ultima grande novità riguarda comunque la presentazione di Windows 360.
Seguendo la linea di Office 365 che offriva la possibilità di utilizzare il programma Office in cloud Microsoft decide di provare a creare un sistema operativo che si utilizza in Cloud, svincolato quindi dall’Hardware e estremamente configurabile. Vi sono due versioni del sistema operativo in streaming “Enterprise” e “Business” e si parte da una configurazione base che comprende una vCpu con 2Gb di Ram e 64 Gb di archiviazione con un prezzo di 21,90 euro al mese ad una configurazione massima che comprende 8 vCpu con 32Gb di Ram e 512Gb di archiviazione per un prezzo di 147,50 euro al mese anche se la Microsoft lascia intendere che si può trattare per configurazioni personalizzate.
Sicuramente i prezzi sono molto più alti di quanto possa essere l’acquisto di un sistema operativo windows normale, ma bisogna considerare che questa soluzione, per ora, è offerta principalmente ad aziende organizzazioni con un massimo di 300 dipendenti ed a grandi imprese che Microsoft considera compagnie con più di 300 dipendenti e non all’utente finale.
La scelta di Microsoft sembra quando mai adatta in questo periodo in quanto parliamo di un’innovazione che facilita i modelli di lavoro basati sulla flessibilità e lo smart working, divenuti ormai la nuova normalità come conseguenza della pandemia. Molte aziende già adesso utilizzano soluzioni simili tramite la connessione a Desktop remoto ed un server Windows che permette di connettersi da un computer remoto ed utilizzarne le risorse come si fosse in locale.
Il concetto di Sistema Operativo remoto non è certo nuova: fino all’inizio degli anni ‘90 del secolo scorso moltissime università ed organizzazioni utilizzavano questo approccio (su sistemi Unix) dove gli utenti si collegavano in remoto ad un server sul quale giravano i software necessari ma, la limitazione hardware dei tempi sia per quanto riguardava la potenza delle CPU e la Ram disponibile sui server, sia i costi e le velocità di connessione (stiamo parlando di modem digitali/analogici/digitali da 300 a 2400 bps5) ne limitavano il tempo/macchina disponibile per ogni utente fino a quando, grazie alla massificazione dei personal computer, questo approccio venne quasi ovunque abbandonato.
Microsoft, con le sue ultime due ultime novità (CBL-Mariner e Windows 365) sembra voler abbandonare il suo classico approccio al mondo dei Sistemi Operativi e gettarsi in nuove esperienze: da una parte abbiamo l’entrata nel mondo Open Source per i sistemi Server e dall’altra un ritorno alla centralizzazione dei servizi.
Se queste scelte verranno premiate dal mercato solamente il futuro lo potrà dire ma, di sicuro, rappresentano due grandi novità anche per il futuro che si sta disegnando.
1 Il Trusted Platform Module è un Chip che consente di proteggere a livello hardware informazioni riservate e dati sensibili oltre che permettere di gestire le chiavi di Secure Boot, per memorizzare dati di autenticazione.
2 Secure Boot è una funzionalità che fa parte dei BIOS UEFI e che permette di bloccare tutti i componenti caricati all'avvio del sistema che non sono approvati perché sprovvisti di una chiave crittografica autorizzata e memorizzata a livello di firmware
3 La natura di sistema operativo open source e completamente riadattabile ha permesso, con gli anni, che si sviluppassero versioni sempre nuove e differenti che però si basano sullo stesso Kernel (nocciolo). Queste versioni che vengono rilasciate da vari produttori e comprendono differenti pacchetti di applicazioni prendono il nome di distribuzioni.
4 Una build è un insieme di pacchetti e le istruzioni per compilarli.
5 Bps = Bit per second