Chi non conosce il più famoso oracolo del monto antico la
Sibilla Cumana, resa famosa dall’ “Eneide” di Vigilio? Credo nessuno.
Conosciuta fin dall’antichità la città di Cuma è la più antica colonia greca
d’Occidente che portò la cultura greca a diffondersi lungo tutta la penisola
italiana tanto da far adottare una versione modificata dell'alfabeto
euboico-calcidese, tipico di Cuma e Pithekoussas, secondo i loro fonemi agli Etruschi
e ai Latini.
Fin dalla sua fondazione la città conobbe una grande crescita, fino all’arrivo
di Roma, di cui Cuma divene una fedele alleata tanto da divenire Municipio
romano nel 215 a.C. ed essere una delle roccaforti di Ottaviano durante la
guerra civile. Con l’arrivo delle invasioni barbariche iniziò il declino di
Cuma che, pur riuscendo a sopravvivere alla dominazione Bizzantina nulla poté
contro le ripetute scorrerie dei pirati saraceni che costrinsero i suoi
abitanti ad abbandonarla.
Quello che rimane oggi è uno spettacolare parco archeologico
che ogni anno attrae migliaia di visitatori e dove la principale attrazione è
l’Antro della Sibilla Cumana. Ma passeggiare per il parco archeologico di Cuma
vuol dire perdersi in un mondo surreale, che sembra fermato nel tempo; un mondo
dove si intravedono le vestigia di un’antica civiltà, dove si ammirano i resti del
Tempio di Giove, della Cripta romana. Dalla terrazza del belvedere si può ammirare una vista sul mare e la
campagna circostante, mentre nelle immediate vicinanze si staglia l'Arco Felice
si possono ammirare i numerosi sepolcri di età greca e romana.
L'Antro della Sibilia è una lunga galleria rettilinea e a sezione trapezoidale,
alta circa 5 metri che fu scoperta da Amedeo Maiuri il quale riconobbe in essa
il luogo dove la profetessa del dio Apollo prediceva il futuro ai suoi
discepoli: si narra che re, grandi eroi o semplici paesani si recassero in questo
luogo per ottenere risposte a grandi e piccoli dilemmi o semplicemente per
conoscere il volere degli Dèi. Le profezie della Sibilla Cumana erano infatti
considerate verità assoluta. La galleria rettilinea, lunga 131 metri ed è
interamente scavata nella roccia tufacea, presenta una base di 2,50 metri e
termina in un vestibolo contenente un paio di sedili scavati nella roccia.
È dotata di numerose aperture laterali
da cui entra la luce mentre nei bracci trasversali sono ricavate alcune
cisterne, che raccoglievano le acque piovane attraverso un sistema di
canalizzazione.
Il Tempio di Apollo sorge dove probabilmente prima era stato edificato un
precedente tempio dedicato a Hera.
Il maggiore santuario dell'Acropoli rimane comunque il Tempio di Giove
(anch'esso si presume precedentemente consacrato ad un'altra divinità: Demetra)
che durante l'epoca bizantina fu convertito in basilica; a testimonianza di
questo utilizzo del tempio è ancora visibile la vasca profonda 70 cm e larga 3
che utilizzata per il rito del battesimo.
Il 24 giugno 1859 fu combattuta una delle battaglie più
cruente del Risorgimento Italiano che costò la vita a 30.000 uomini; lo scontro
fu così feroce e cruento che gli eserciti vincitrici non ebbero nemmeno la
forza di inseguire quello sconfitto (Austriaco) in fuga.
Il giorno successivo alla battaglia giunse in quei luoghi Jean Henry Dunant,
che rimase profondamente impressionato dal numero enorme di feriti che venivano
assistiti dalle popolazioni del luogo (soprattutto dalle donne) che non si
curavano della divisa che indossavano gli infermi. Dunant si unì ai
soccorritori e da quell’esperienza pubblicò un libro a sue spese “Un Souvenir
de Solférino” e successivamente fondò la Croce Rossa Internazionale. Per questo
suo gesto fu premiato con il “Premio Nobel per la Pace” nel 1901, il primo anno
nel quale venne assegnato tale riconoscimento.
Solferino è un piccolo comune dell’alto mantovano abitato
fin dall’età del bronzo. Vista la sua posizione strategica durante il medioevo,
sul colle più alto, venne costruita una rocca (più tardi definita la “Spia
d’Italia”) dalla cui sommità è possibile osservare gran parte della Pianura
Padana. Alla base della rocca, nel 1959 nel centenario della sua nascita, fu
eretto il Memoriale della Croce Rossa.
Il memoriale si raggiunge attraverso un lungo viale di cipressi che porta ad uno
spiazzo rettangolare pavimentato con lastre di pietra e circondato anch’esso da
cipressi; sul lato destro il monumento è composto da una parete con formelle in
marmi policromi provenienti da ogni parte del mondo, sui quali sono impressi i
nomi di centoquarantotto Paesi aderenti alla Croce Rossa Internazionale.
La rocca di Solferino è alta 23 metri e al suo interno sono
esposti cimeli e documenti risorgimentali. Tramite una scala lignea si può
salire fino alla sommità sulla quale una grande terrazza permette (nei giorni
di bel tempo) di spaziare lo sguardo sulla pianura sottostante dal Lago di
Garda fino agli appennini. Prima di raggiungere la terrazza si passa per la
“Sala dei Sovrani” dove sono conservati i ritratti di Napoleone III e Vittorio
Emanuele II.
Solferino è sicuramente un piccolissimo paese ma che
racchiude molto più storia di quanto possa sembrare e che, indubbiamente, merita
una visita.