Filoweb.it
By Filippo Brunelli


FB TW Pinterest whatsapp RSS FEED News letter

  ► Luoghi

PORTA IN TAVOLA UN BORGO
Castelvetro Castelvetro (MO)

Nella parte centrale della provincia, sulle colline precedenti l'appennino, vi è un Borgo che mantiene un fascio di medioevale inalterato nei tempi.

La prima cosa che si nota, entrando in questo comune dopo aver salito le scale, è la piazza contenente una delle sei torri che caratterizzano lo skyline del borgo, e la scacchiera gigante che fa parte dell’arredo urbano e sulla quale, negli anni pari sempre il secondo sabato e domenica di settembre, si svolge la “Dama Vivente” per commemorare la visita di Torquato Tasso al nobile Fulvio Rangoni nel 1564.

La torre che sovrasta la piazza, invece, è ciò che rimane dell’antico castello di Castelvetro che venne trasformata in torre campanaria dopo il 1400.

Sul lato ovest della piazza, quasi difronte alla torre dell’orologio, si trova la torre delle prigioni costruita nel ‘500.

La torre, che come dice il nome, una volta ospitava le prigioni, oggi racchiude al suo interno una delle eccellenze del territorio: le botti di acetaia, visibili su appuntamento.

 

Sede del più antico Castello della zona preappenninica, la località conserva ancora oggi vestigia storiche di grande fascino, tanto che perdersi tra i vicoli di questo piccolo borgo rappresenta una passeggiata nella storia e un modo per dimenticare i ritmi frenetici della vita quotidiana.

Oltre che per il Lambrusco  Grasparossa Castelvetro di Modena è famoso per il suo, il Trebbiano, il nocino, il miele, l'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena ed il Parmigiano Reggiano. 

A chi piacciono le escursioni enogastronomiche, inoltre, segnaliamo che vi sono moltissimi ristoranti ed agriturismi nella zona che offrono i piatti tipici.

Curiosità sul nome: „Verso il 150 a.C. le legioni romane crearono vicino all'insediamento un presidio militare, un "castrum" ossia l'accampamento militare. „Dalla parola castrume deriva termine di "Castel". La parola “vetro” invece, non deriva dal vetro, ma dal fatto che il Castrum di Castelvetro era definito spesso vecchio (in quanto uno dei primi) e quindi la parola latina “Vetus” con il tempo divenne “Vetro”.

IL BORGO DI FRANCESCO PETRARCA
Arquà Petrarca Arquà Petrarca (PD)

Il borgo, che fa risalire le sue origini all’epoca del bronzo, è considerato oggi uno dei più belli dei colli Eugaini; in effetti il centro storico risulta ancora intatto fin nei minimi particolari, tanto che è stato possibile il suo inserimento tra i “Borghi più belli d'Italia”.

In questo borgo trovò la pace il famoso poeta Petrarca, dove passò gli ultimi anni della sua vita e dove è ancora possibile visitarne la casa ben conservata che rappresenta uno dei principali luoghi di interesse del borgo, e dove, sul sagrado della chiesa di S.Maria sorge oggi l'arca in marmo rosso di Verona contenente le spoglie del poeta. 

Della Chiesa di Santa Maria Assunta ad Arquà Petrarca si hanno notizie sin dal 1026; L’interno della Chiesa si presenta ad un’unica navata con tre altari ed un tetto con travatura a vista. L’altare centrale, proveniente dall’eremo del monte Rua, è opera dello scultore Francesco Rizzi (1729-1795) della scuola del Bonazza; lo compongono la statua della Vergine e dell’Arcangelo Gabriele, due Busti di Santi e due Angeli. I due altari laterali in legno scolpito sono del ‘500 e la pala dell’altare di destra, opera di Pietro Damini da Castelfranco rappresenta il Battesimo di Gesù La grande pala dell’Assunta, dietro l’altare maggiore, è opera di Palma il Giovane (1544-1628). I restauri dell’inizio del ‘900 hanno evidenziato la presenza di affreschi di scuola veneto-bizantina in particolare una Madonna con il Bambino (XI secolo). Sono emersi poi altri affreschi risalenti al XV secolo di scuola post giottesca, raffiguranti un’altra Madonna col Bambino ed un trittico rappresentate Santa Marta, Santa Maria Maddalena e Santa Lucia del XIV secolo.

Risalendo lungo le vie che conducono alla parte alta dell'abitato si possono ammirare belle case medievali e abitazioni antiche. Prime fra tutte la loggia dei Vicari, situata in una caratteristica piazzetta, in cui si riunivano i nobili capofamiglia con il vicino oratorio della Trinità, del secolo XII.

L’oratorio era molto caro al Petrarca, che si recava qui per pregare. Nel 1181 l’Oratorio della Santissima Trinità era già esistente ed è stato modificato più volte nel corso dei secoli. 

La loggia, invece, che è attigua all’Oratorio risale al XII secolo ed è stata, durante il Medioevo e l’età veneziana, la sede dell’amministrazione locale, dove si svolgevano le assemblee alle quali partecipavano i capifamiglia del luogo. Nel 1823 il monumento rimase senza la sua copertura e nel 2003 è stato dotato di un nuovo tetto per garantirne la conservazione.

Da un punto di vista enogastronomico il borgo è famoso per l’olio di oliva, per la coltivazione delle giuggiole ,alle quali è dedicata uan festa in aututtno e con le quali producono il “brodo di giuggiole”, un liquore molto dolce e per il Moscato Fior d'Arancio, un vino spumante.

 Raggiungere il borgo è semplice così come trovare parcheggio a pagamento.

L'anima medievale di questo borgo traspare ancora dagli edifici e abitazioni lungo le sue vie e stradine e si consiglia vivamente, se ne se ha la possibilità, di visitarlo.

GROTTA CASCATA DEL VARONE
Tenno Tenno (TN)
Inaugurata nel giugno del 1874 la cascata del Varone è una delle attrazioni naturalistiche più apprezzate di tutto l’Alto Garda e si trova solamente a 3 Km da Riva del Garda.
La bellezza di questo piccolo luogo è così suggestiva che lo scrittore Thomas Mann, in vacanza sul Garda, trovò l’ispirazione per scrivere La montagna incantata.
L’acqua proveniente dalle perdite sotterranee del Lago di Tenno si incanalano nel torrente Magnone che dà origine a queste cascate di quasi 100 metri che è possibile ammirare da diversi punti di osservazione. 
La prima visuale è possibile averla dal basso, attraverso la Grotta Inferiore: da qui è possibile osservare la cascata nella sua fase finale. Il secondo punto di osservazione, invece, si trova 40 metri più in alto, nella Grotta Superiore, dalla quale si può ammirare la Cascata del Varone nel pieno della sua caduta.
Visto che la grotta e la cascata si trovano all'interno in un parco naturale privato il periodo migliore per visitarle è la primavera, in modo da poter ammirare la bellezza dei fiori ivi presenti.
L’edificio della biglietteria (opera dello stesso architetto che ideò il Vittoriale degli Italiani) da l’accesso alla forra che si è creata in 20.000 anni di erosione ad opera dalle acque del Torrente Magnone.
Tra i personaggi famosi che hanno visitato queste cascate in passato trovamo  il Re di Sassonia Giovanni ed il Principe Nicola del Montenegro ( che essendo in villeggiatura sul Lago di Garda furono invitati all’inaugurazione), il principe Umberto II, l’Imperatore Francesco Giuseppe, Franz Kafka ed il sopra citato Thomas Mann.

Adiacente all'ingresso del Parco, a disposizione dei visitatori, vi sono un'ampia ed attrezzata area picnic gratuita, bar e negozio di souvenir. Unica pecca il biglietto potrebbe costare un po’ meno visto la brevità del percorso che dura circa 30 minuti.

IL GRANDE MUSEO DEL DUOMO
Firenze Firenze (FI)
Giungendo in piazza del Duomo da una delle tante viuzze laterali tre capolavori si ergono al centro della piazza: il Duomo, il campanile di Giotto ed il battistero.
Sebbene ogni angolo di Firenze sia da scoprire, per una gira fuori porta di poche ore sicuramente “Il grande museo del Duomo” rappresenta una delle mete principali: la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, la Cupola di Brunelleschi, il Campanile di Giotto, il Battistero, l'antica basilica di Santa Reparata e il Museo dell'Opera sono visitabili acquistando un unico biglietto. 

Il Battistero.
Iniziamo la nostra gita virtuale dalla piazza che da 1600 anni è il centro della vita religiosa dei fiorentini e dove il monumento più antico è il Battistero di San Giovanni. A metà dell’XI secolo il monumento fu ricostruito, dalle basi di un precedente battistero, nelle dimensioni attuali e arricchito di marmi pregiati. Nei due secoli successivi venne aggiunta la cupola monumentale e la “scarsella”, ovvero l’abside rettangolare posta a ovest. Tra il XIV e il XVI furono aggiunte anche le tre porte bronzee e le altre opere scultoree.
A sud si può ammirare la più antica delle porte, opera di Andrea Pisano che fu terminata nel 1336 e con le sue 28 formelle rappresenta la vita di San Giovanni Battista. I fiorentini rimasero talmente impressionati dalla porta ideata dal Pisano che venne collocata al posto d’onore, sul lato di fronte al Duomo; solamente quando fu costruita la terza porta (la porta del Paradiso) fu spostata a Sud e fu detta la porta verso il Bigallo.
La porta a nord, di Lorenzo Ghiberti, invece rappresenta con venti formelle la vita di Cristo e con otto le figure degli evangelisti e dei padri della chiesa.
Infine troviamo la Porta del paradiso (come la denominò Michelangelo), che illustra in 10 formelle le scene tratte dall’Antico Testamento.
Questa porta, opera sempre del Giberti, che però stavolta non seguì lo stile del Pisano, ma volle fare solo cinque sezioni per battente, quindi dieci in tutto; inoltre ogni formella sembra un piccolo quadro, delimitate da una piccola cornice. Una piccola curiosità: per realizzarla il Giberti lavorò alla porta per circa 27 anni, nel giugno del 2012 vennero terminati i lavori di restauro della porta anch’essi durati 27 anni.
Non è solamente l’esterno del Battistero che stupisce ma anche l’interno, ricavato da un antico tempio romano, che ricorda il Phanteon sorprende; al centro si trova la fonte battesimale, sovrastata da una cupola arricchita da mosaici bizzantini che raffigurano il Cristo e le scene del giudizio universale, le gerarchie angeliche, la storia della Genesi e le storie di Giuseppe, Maria, il Cristo e del Battista. La visione che si ha dall’interno del battistero è quella di un crocevia tra le tre più importanti culture dell’epoca (Cristiana, Mussulmana e Bizzantina).

Santa Maria del Fiore.
Cominciato nel 1296 in stile gotico su progetto di Arnolfo di Cambio il duomo di Firenze venne completato (tranne la facciata) solamente nel 1436 con la realizzazione della cupola di Filippo Brunelleschi ed è una delle chiese più grandi d’Italia e per moltissimo tempo è stata anche una delle più grandi al mondo, rimanendo ancora oggi il duomo in muratura più grande mai costruito e la quarta chiesa più grande della cristianità (153 metri di lunghezza, 39 di larghezza alle navate e 90 di lunghezza al transetto).
Santa Maria del Fiore venne edificata sulle fondamenta di una cattedrale precedente dedicata a Santa Reparata, di cui oggi se ne possono visitare i resti accedendo da una navata del duomo.
All'esterno le fasce di marmo policromo si alternano verticalmente e orizzontalmente; queste fasce riprendevano il motivo dell’adiacente Battistero di San Giovanni e del Campanile di Giotto.
L’originale facciata, realizzata in parte da Arnolfo, fu distrutta nel 1587 perché considerata fuori moda mentre quella che vediamo oggi fu realizzata alla fine del XIX secolo.
L’interno, diviso in tre navate, ha una pianta a croce latina risulta molto austero nell’immensità della chiesa. Delle 55 finestre  ben 44 mantengono le vetrate originali.
La cupola, alta 91 metri e con un diametro di quasi 42 metri, rappresenta una straordinaria opera architettonica di Filippo Brunelleschi: il tamburo su cui avrebbe dovuto poggiare la cupola, viste le dimensioni, presentava diverse difficoltà nella realizzazione di quest’ultima che doveva essere ottagonale a facce piane. Le soluzioni utilizzate nella cupola dal Brunellischi fanno di questa la più audace costruzione architettonica del ‘400.

Il campanile di Giotto.
Come il duomo anche il suo campanile, iniziato nel 1298 da Arnolfo di Cambio al quale subentro Giotto nel 1334 fino alla morte avvenuta nel 1337, è rivestito di marmi bianchi, rossi e verdi. Con un’altezza di 82 metri e quasi 400 gradini (oltre i 22 che fanno parte della rampa di accesso) rappresenta uno degli esempi di architettura gotica trecentesca più belli, mentre per il turista è una vera sfaticata ma, una volta giunti alla sua sommità lo sguardo può spaziare sulla bellissima città di Firenze.
Il campanile fu terminato solamente nel 1359, dopo l’interruzione dovuta alla peste nera da Francesco Talenti, che era subentrato ad Andrea Pisano che aveva sostituito Giotto nel 1337.
Una delle caratteristiche che più attira il turista che attende il suo turno per entrare nel campanile è la ricchissima quantità di decorazioni scultoree presenti all’esterno e che costituiscono uno dei più completi cicli figurativi del Medioevali.

Il Museo dell'Opera del Duomo
Situato nella parte nord-est della Piazza del Duomo, al numero civico numero 9, il “Museo dell'Opera del Duomo” racchiude una grandissima quantità di opere fiorentine del ‘300 e 400, nonché la storia della costruzione della chiesa di Santa Maria del Fiore.
Nella collezione museale spiccano le opere gotiche e rinascimentali che sono frutto del lavoro di artisti quali Arnolfo di Cambio (del quale si possono ammirare le lunette dei portali), Piero di Giovanni Tedesco, Niccolò di Pietro Lamberti Donatello,il Verrocchio e molti altri per un totale di circa 750 opere.
Sempre nel museo si trovano inoltre gli originali delle formelle del campanile di Giotto e, provenienti invece dal battistero, le formelle originali della Porta del Paradiso e la porta Nord di Ghiberti, la Maddalena di Donatello, nonché una pietà di Michelangelo.
Di particolare interesse èla sala che ospita i modelli architettonici che furono usati per la costruzione del tamburo della cupola del duomo (una specie di museo nel museo), dove si possono ammirare le soluzioni proposte da Michelangelo, Andrea da Sangallo, il Sansovino e altri, oltre ad un modellino della cupola dello stesso Brunelleschi,agli studi di tutti gli architetti interessati nella costruzione e gli strumenti dell’epoca.
LA ROCCHETTA MATTEI
Grizzana Morandi Grizzana Morandi (BO)
Situato nel comune di Grizzana Morandi, a circa 1 km da Riola, la Rocchetta Mattei  è un affascinante castello in stile moresco ispirato alle città andaluse,  edificato nel 1850 dal Conte Cesare Mattei sulle rovine di un antico maniero risalente al 1200; durante la sua vita il Conte ha modificato più volte la struttura trasformandola in  un intreccio di stanze di diversi stili che possiamo ammirare oggi. 
Sicuramente la Rocchetta Mattei è una costruzione unica nel suo genere e questa sua unicità la nota già dall’esterno osservandone le cupole dorate e le sue guglie che ricordano un castello delle fiabe. 
Non a caso  tra le stanze di questo monumento hanno girato anche alcune scene di film importanti, come Balsamus, l’uomo di Satana (1968) di Pupi Avati e l’Enrico IV (1984) di Marco Bellocchio.

Entrare nel castello vuol dire entrare nella vita del Conte Mattei,  che la costruì con lo scopo di  essere la culla della sua invenzione, l' Elettro-Omeopatia, una pseudo medicina che, con l'utilizzo di erbe naturali ed un metodo di preparazione segreto, avrebbe dovuto curare l'uomo da ogni suo male.
Attraverso le guide si può percorrere la struttura nella parti restaurate e scoprire come ogni stanza abbia un preciso scopo o significato e di come il conte riuscisse a stupire i visitatori attraverso semplici trucchi ottici come nel caso della cappella che è costruita ad imitazione della Cattedrale di Cordova.
Le stanze, i corridoi, le torri sono tutte progettate per avere essere sovrapponibili alle piante astronomiche e  capaci di catturare tutta l'energia necessaria per creare le medicine elettro-omeopatiche che il conte preparava nel castello stesso.
Questa mania mistica di Cesare Mattei ha portato la Rocchetta a sembrare la costruzione di una mente folle, ma proprio questa sua caratteristica è la sua unicità.

Nel 1989 il castello venne chiuso ed abbandonato a causa degli alti costi di gestione, fino a quando nel 2005 venne acquistato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna che lo restaurò, aprendolo al pubblico nel 2015 sotto la gestione del comune di Grizzana Morandi con la collaborazione delle associazioni locali.
La Rocchetta Mattei divenne subito l’emblema della Valle del Reno, ed una vera e propria attrazione culturale e turistica che già dopo poche settimane dalla riapertura aveva ricevuto più di 10.000 visitatori.


Per visitare la rocchetta è necessaria al prenotazione e pagare un biglietto ( circa 10€ l’intero) e gli animali non sono ammessi all’interno.
LA RIMINI CHE NON TI ASPETTI
Rimini Rimini (RM)
Sicuramente tutti conoscono Rimini come luogo di villeggiatura, ma pochissimi la conoscono come città piena di storia e monumenti artistici.
Si può entrare dall'Arco Trionfale di Augusto, che è il più antico arco conservato nell’Italia settentrionale che in passato segnava la fine della via Flaminia. Osservando l'arco si nota subito nella parte superiore trionfale è presente una merlatura medievale, aggiunta qualche secolo dopo.
Proseguendo per Corso Augusto si giunte in piazza Tre Martiri (antico foro Romano) che è la più importante piazza della città insieme a piazza Cavour. Si trova sul luogo dell'antico foro romano, posto all'incrocio tra il cardine e il decumano massimo, la si riconosce per la statua di Cesare e a Torre dell'Orologio. Un cippo del XVI secolo riporta il discorso pronunciato da Giulio Cesare dopo il passaggio dal Rubicone.
Da qua si può proseguire fino a piazza Cavour, centro della vita cittadina dal Medioevo, dominata dal Palazzo dell’Arengo. Da qua è obbligo un salto a vedere la vecchia pescheria che è uno dei luoghi più pittoreschi di Rimini. Si tratta di un edificio del 18° secolo caratterizzato da un doppio portico e dei balconi in marmo sui quali viene esposto il pesce. 
Per chi ama il cinema si possono anche seguire i percorsi Felliniani fino a raggiungere il grand Hotel ed immergersi nelle atmosfere di Amarcord...
← Back
Foward →
FB TW Pinterest whatsapp RSS FEED News letter

filoweb.it è il sito personale di Filippo Brunelli
(c) 2017 Filippo Brunelli
Le immagini ed i testi contenuti nel sito filoweb.it sono di proprietà di Filippo Brunelli salvo diversamente indicato.
L'uso delle immagini e del testo è gratuito per uso personale ed è subbordinato alla citazione della fonte.
Brunelli Filippo declina ogni responsabilità per l'uso che viene fatto delle informazioni presenti nel sito filoweb.it.
X
La tua privacy è importante
Utilizziamo, senza il tuo consenso, SOLO cookies necessari alla elaborazione di analisi statistiche e tecnici per l'utilizzo del sito. Chiudendo il Cookie Banner, mediante il simbolo "X" o negando il consenso, continuerai a navigare in assenza di cookie di profilazione. More info

Tutti
Cookie tecnici
I cookie tecnici sono necessari al fine di "effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica, o nella misura strettamente necessaria al fornitore di un servizio della società dell'informazione esplicitamente richiesto dal contraente o dall'utente a erogare tale servizio" (art. 122, comma 1 del Codice privacy).
Cookie analitici di terze parti
I cookie analytics sono utilizzati al fine di valutare l'efficacia di un servizio della società dell'informazione fornito da un titolare di un sito, per progettare un sito web o contribuire a misurare il "traffico" di un sito web, ovvero il numero di visitatori ripartiti per area geografica, fascia oraria della connessione o altre caratteristiche.
Cookie di profilazione
Sono cookie che creano profili personalizzati relativi all'utente per finalità di marketing, ad esempio il retargeting o advertising sui social network.

FILOWEB.it by Filippo Brunelli. FILOWEB.it by Filippo Brunelli. FILOWEB.it by Filippo Brunelli. Il sito web FILOWEB.it di Filippo Brunelli è attivo dal 2001. Negli anni il sito web FILOWEB.it by Filippo Brunelli ha avuto molte modifiche e rivisitazioni. Iniziato come un sito web html standart, il sito web FILOWEB.it by Filippo Brunelli è passato alla tecnoloiga Flash per finire con ASPX e CSS e HTML nuovamente. FILOWEB.it by Filippo Brunelli è opera di Filippo Brunelli. Filoweb contiente molte informazioni che potranno piacerti. Continua a visitare filoweb