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By Filippo Brunelli


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  ► Luoghi

OLTRE AL PONTE LA GRAPPA
Bassano Bassano (VI)
Il ponte vecchio, o ponte degli alpini, è uno dei luoghi più affascinanti e romantici d'Italia.
Distrutto molte volte dalla furia del fiume o dell'uomo è sempre stato ricostruito secondo le tecniche ed il progetto del Palladio del 1569, che risolse in maniera geniale ed altamente scenografica il passaggio sul fiume sul quale esistevano precedenti manufatti duecenteschi.
Dopo la seconda guerra mondiale venne ricostruito a cura dell'Associazione Nazionale Alpini e da allora prese l'attributo di 'Ponte degli Alpini' a consolidare la tradizione e l'affetto caro ai soldati già dalla prima guerra mondiale.
Il museo della Grappa Poli è un simpatico museo che illustra la storia della produzione della grappa dalla spremitura delle vinacce alla distillazione all'affinamento: si può ammirare tutto il processo della grappa dal grappolo,alla spremitura,alla raffinazione,all'invecchiamento (in botti di rovere) ed infine all'imbottigliamento.Si possono poi ammirare gli antichi strumenti con i quali veniva prodotta la grappa,infine non manca una fornitissima cantina per intenditori di questo prelibato liquore.
La grapperia Nardini è un locale dove si serve solo "dieta liguida". attiva sin dal 1779 rappresenta la più antica distilleria d’Italia.  Il locale oggi è famoso per i suoi aperitivi molto particolari e gli amari tra i quali ricordiamo il Mezzoemezzo;  la ricetta si trova sul blog ufficiale della Distilleria Nardini.
Dall'altra parte del ponte si trova un bar dal quale si accede al museo degli alpini al costo di 1€ (giugno 
2015) con tanto di audioguida. Il Museo degli Alpini di Bassano offre un'interessante opportunità culturale per ritrovare e ripercorrere i fili della memoria: gli alpini portano infatti con sé un patrimonio di storia, valori e sentimenti, che accomuna profondamente tutto il popolo italiano. Una cultura che trova un punto di riferimento importante nella nostra città, da sempre legata alla storia di questo corpo militare: il museo a loro dedicato, tappa d'obbligo per chi passa per il Ponte vecchio, ne rappresenta una significativa conferma, ben documentata da questo nuovissimo catalogo. 
Il Tempio Ossario di Bassano del Grappa è un sacrario militare e raccoglie i resti dei soldati morti nella Prima Guerra Mondiale, questo è un luogo sacro due volte essendo allo stesso tempo Chiesa e Sacrario. Nel Sacrario sono tumulati 5405 soldati.Esternamente il Tempio, costruito in stile gotico veneziano, con tracce di romanico, si presenta massiccio ma armonioso nel suo insieme, e piacevole.
Piazza Libertà, un tempo "piazza dei Signori", è la vetrina del passeggio domenicale. Ottenuta con il 
riempimento del fossato che cingeva la seconda cerchia di mura di Bassano, fu chiamata dapprima piazza San Giovanni, dal nome della chiesa che vi era sorta nel 1308. La piazza oggi è il punto nodale della città dove convergono le principali vie del centro. Ad est della piazza Libertà si trova piazza Garibaldi. La consuetudine bassanese chiama questa piazza "piazza della Fontana" o "piazza delle Erbe", perché per secoli vi si è tenuto il mercato degli ortaggi. Piazza Garibaldi  è sovrastata dalla Torre Civica che domina l'intero centro storico. Di fronte, la chiesa di San Francesco in stile romano-gotico, la cui facciata è caratterizzata dal bell'affresco con l'Annunciazione.

NON SOLO LA CITTÀ DEGLI SCACCHI
Marostica Marostica (VI)
Si racconta che nel 1454 due giovani della zona decisero di sfidarsi in duello per contendersi l’amore  e la mano della bellissima Lionora, figlia di Taddeo Parisio, Castellano di Marostica. I due, Rinaldo d’Angarano  e Vieri da Vallonara, si sarebbero affrontati con la spada se non fosse stato per l’intervento di Taddeo che  decise, per evitare spargimenti inutili di sangue, di applicare un editto di Cangrande della Scala signore di  Verona, e acquisito poi dalla Repubblica di Venezia, che concedeva di disputare, al posto del duello, una  partita a scacchi. Taddeo, che voleva comunque imparentarsi ad entrambi, decise di dare in sposa a colui che  avesse perso, la figlia minore Oldrada, giovane e bella.
Per fare le cose in grande stile, il Castellano decise far “vivere” la partita davanti al Castello: doveva esser  disputata da persone in carne ed ossa, con veri cavalli, e in un giorno di festa. Lionora, che era segretamente partita scacchiinnamorata di uno dei due ragazzi, aveva fatto sapere al contado che se avesse vinto il suo innamorato il castello si sarebbe acceso. Questa leggenda ha dato origine allo spettacolo che si svolge nella cittadina e rievoca la partia con centinaia di figuranti in costume.
Ma oltre al gioco degli scacchi con in figuranti Marostica offre diverse altre attrattive storiche e monumenti.
Il sentiero dei Carmini dalla Piazza degli Scacchi al Castello Superiore rappresenta una breve passeggiata storica che permette di ammirare gli scorci più caratteristici della cittadina da angolature di grande suggestione. Dopo la visita al centro storico, alla piazza degli scacchi e al Castello del Palazzo Comunale, la salita al Castello Superiore è quasi d'obbligo. E questa passeggiata è, certamente, il modo più corretto per andare a visitare l'anello superiore della cinta muraria medioevale.
La chiesa di Santa Maria Assunta è il principale e più antico luogo di culto di Marostica, con un architettura principalmente di stile barocco. 
Il castello di Marostica è l'insieme dei due castelli, il Castello Superiore ed il Castello Inferiore.
Il castello inferiore. Secondo la tradizione, la costruzione del mastio (il torrione del Castello Inferiore) a sud del Doglione (già esistente) viene attribuita a Cangrande . Questa grande e possente torre farà, secondo alcuni autori, parte integrante nella costruzione del Castello Inferiore successivamente e precisamente al periodo delle realizzazioni di  Mastino II, quindi dopo il 1339, quando il complesso fortificato sarà completato con il recinto quadrangolare e la costruzione di altre strutture chiuse, al suo interno. La costruzione del Mastio e del Castello Inferiore oltre all’aspetto prettamente difensivo e oltre all’attuazione di un maggior controllo daziario dei transiti commerciali prima svolti dal Doglione, significò anche valorizzare  tutto lo spazio esistente tra questa nuova struttura e il Doglione  stesso costituendo un ampio spazio come la Piazza.  Questo spazio poi aveva anche il grande vantaggio della presenza della Roza (o Roggia, in dialetto rosta) canalizzata poi nel 1430. Le acque provenienti dal territorio di Val d’Inverno costeggiando Vallonara scendevano  nell’odierna Via Maggiore Morello, poi Via 2 Rogge, e Campo Marzio ed entravano poi entro il perimetro cittadino poco al di sopra del torresino successivo alla Porta Bassanese. Quindi fluivano sotto Via Rialto e Via Carmini, quindi  scendevano per Via XXV Maggio e  Via Vaienti, uscendo poi dalla cerchia muraria nei pressi di Porta Vicenza. Prima di uscire venivano incanalate per il fossato delle mura e del Castello Inferiore. Questa Roza garantiva quindi l’approvvigionamento idrico per gli abitanti, per gli animali e le greggi in transito, per attività agricole o artigianali. La sua importanza proseguì da allora fino a tutto l’Ottocento, favorendo anche la nascita delle successive attività produttive.
Il Castello Superiore sorge su una torre di ben più lunga storia. Sul punto più alto del colle Pausolino fu costruita, in epoca romana, una fortificazione che a Sud controllava la via da Vicenza, ad Est la via di Bassano ed ad Ovest quella di Breganze. La stessa costruzione fu utilizzata anche in epoca medievale, ed infatti documenti storici riportano che nel 1262 sul colle esisteva una torre "tribus spondis".
E' sulla stessa torre che Cangrande della Scala fece costruire il Castello Superiore, a base quadrata con quattro torresini ai lati ed una grande torre centrale. Al suo interno si può ancora vedere il vecchio pozzo, ma oltre a questo sorgeva anche un mulino ed una chiesa.

LAGO DELLA NINFA
Sestola Sestola (MO)
Narra la leggenda che  un giovane cacciatore un giorno giunse alle rive del Lago della Ninfa. Stanco, si sedette per rinfrescarsi il volto con l’acqua, quand’ecco un’apparizione incredibile affascinò la sua vista. Sull’altra riva del lago era apparsa una fanciulla incredibilmente bella, che guardò il cacciatore fissandolo con i suoi occhi stranamente verdi. Il ragazzo ne rimase sconcertato e l’amore divampò in lui immediatamente. La giovane guardò ancora il cacciatore, rise e si allontanò, scomparendo rapidamente. Allora egli la rincorse affannosamente, in un vano inseguimento. Ai carbonai che incontrava chiedeva notizie. “E’ la ninfa che si pettina al sole” rispondevano i carbonai, “una creatura malefica”. “Guai a chi si innamora di lei: è perduto!”. Così dicevano i carbonai, ma il giovane non credette loro. Ritornò il giorno successivo al lago, ed ecco che ancora la creatura meravigliosa gli apparve sull’altra sponda. Così accadde per vari giorni; ma una volta il giovane, non sopportando più quel gioco crudele, le urlò il suo amore. Essa allora lo guardò a lungo con i suoi occhi verdi trasparenti e gettò sul lago per magia un iridescente ponte di cristallo, indirizzando al giovane un canto dolcissimo. Il cacciatore si lanciò incontro alla bella ed era già a metà del ponte, quando questo si dissolse ed il promesso bacio della fanciulla ebbe il sapore delle gelide acque del lago. La morte del giovane riportò il silenzio sugli alti prati dominati da aspre montagne. I carbonai commentarono variamente l’accaduto. Alcuni dissero che la ninfa, per punizione, era stata tramutata in dura roccia. Altri invece affermarono che la fanciulla si pentì e, disperata, volle affidarsi all’innamorato nello stesso abbraccio di morte: si tuffò, anch’essa nelle acque ghiacciate e morì. Da allora avviene, talvolta, che si possano vedere sulla superficie del lago, fluttuare due nuvolette vicine. 
La visita al suggestivo e piccolo è un modo simpatico per passare una domenica in mezzo alla natura o alla ricerca di funghi.
Oltre alle escursioni che si possono fare tra i boschi durante l'inverno, con la neve, sono presenti piste da sci e atrezzature per lo sport oltre al Adventure Park.
Per chi volesse mangiare fuori, oltre al rifugio presso il lago, lungo la strada vi sono molti ristoranti tipici. Noi consigliamo l'albergo ristoranre "Gabriella" a Canevare di Fanano, vicino al lago.
Si può poi terminare la gita con una puntatina al passo del lupo oppure in uno dei paesi vicini (fanano è molto suggestivo durante la festa della castagna.
UN POLMONE VERDE ALLE PORTE DI VERONA
Verona Verona (VR)
La parte Sud, che prende il nome di "Parco dell'Adige Sud", comprende oltre 1 milione e 400 mila metri quadrati e va da località Boschetto fino al fondo agricolo comunale di Giarol Grande, includendo l'isola del Pestrino, il Lazzaretto ed il Parco pubblico Bernini Buri.
Si tratta di un’area naturale protetta di interesse locale che propone un’interessante itinerario per studenti, insegnanti e famiglie alla scoperta della flora e della fauna cittadina.
La parte di proprietà comunale del Parco è occupata soprattutto da terreni agricoli che possono sempre essere attraversati a piedi o in bicicletta.
Non si tratta di un parco urbano, ma di un'immensa area verde in parte "selvaggia" e in parte agricola, con una flora molto vasta, situata però vicino al centro storico: basta pensare che da Piazza Bra all'ingresso del Parco Sud, bastano 5 minuti d'auto!
Nel parco Sud, presso la Giarola, è inoltre attiva una fattoria didattica.
Noi siamo partiti dal porto San pancrazio e ci siamo diretti verso il Boschetto.
Il percorso si snoda lungo una via sterrata, ma presenta diversi punti dove ci si può avvicinare all'argine del fiume e proseguire su sentieri immersi tra gli alberi.
La maggior parte degli alberi sono stati piantati per ricreare la vegetazione presente nella Pianura Padana nei secoli passati, il cosiddetto bosco planiziale (in particolare si possono incontrare quercia farnia, ontano nero, olmo campestre).
Lungo il percorso è consigliata una visita a ciò che resta del cinquecentesco Lazzaretto di Verona.
Sempre lungo il percorso si incontra la Diga di Santa Caterina (1922-1924), meno famosa di quella del Chievo sua contemporanea, in disuso dal 1938 quando fu realizzata la centrale di Sorio Nuova.
IL PAESE DAI MURI DIPINTI
Dozza Dozza (BO)
Il paese di Dozza è un'autentica sorpresa per il visitatore che, in cerca del medioevo, si ritrova in un borgo antico a camminare tra opere d'arte moderne: i muri delle sua case ospitano dipinti colorati, realizzati da nomi prestigiosi dell’arte contemporanea.
L’abitato ha conservato la struttura del borgo castellano. Il compatto agglomerato di case che si fronteggiano lungo le antiche strade per terminare sulla piazzetta difronte alla Rocca Sforzesca.
Nella rocca sforzesca ha sede l'Enoteca Regionale dell'Emilia-Romagna (un'associazione che coinvolge oltre 200 produttori di vino, aceto balsamico e distillati) e che merita sicuramente una visita.
Come si consiglia una vistia anche alla piccola chiesa parrocchiale che, costruita sui resti di una antica chiesa romanica ma ristrutturata con la forma attuale intorno alla fine del '400, conserva una lunetta ed un capitello romanici, il cinquecentesco catino battesimale in arenaria scolpito a bassorilievo, un notevole tabernacolo di fine Quattrocento attribuito al Formigine, un prezioso dipinto di Marco Palmezzano da Forlì e pregevoli tele di Giovan Francesco Gessi, Giuseppe Mazzoni, Gaetano Gandolfi, Tribuzio Passerotti. Nelle stanze della canonica è, inoltre, allestito un interessante Museo d’Arte Sacra.
SOAVE: DAL VINO ALLA STORIA
Soave Soave (VR)
Soave è una tranquilla cittadina medioevale dominata dal Castello e circondata interamente da mura merlate alla ghibellina.
Il Castello di Soave è una tipica costruzione militare del Medio Evo e domina la vasta pianura sottostante. Le mura vennero costruite nel 1369 per volontà di Cansignorio della Scala e raccolgono al loro interno il nucleo storico di Soave. All'interno della cinta si può rivivere il clima e l'aria del medioevo, anche grazie agli edifici tenuti molto bene.
Da Piazza Antenna, in pieno centro del paese, si può raggiungere, tramite un percorso lungo una strada medioevale il castello.
Sempre in piazza Antenna si può ammirare il bellissimo Palazzo di giustizia, un edificio con loggia a quattro arcate, edificato nel 1375; oggi il palazzo ospita un'enoteca .
Visto il luogo consiglio a tutti di fermarsi in uno dei tanti bar in centro ad assaporare i vini tipici della regione, magari accompagnati da un buon tagliere di affettati e salumi.
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