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By Filippo Brunelli


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Questo articolo non è stato scritto da un AI!
Questo articolo non è stato scritto da un AI!

Ad aprile di questo stesso anno avevo scritto un articolo dove parlavo dell’intelligenza artificiale e di come vi fossero paure (talvolta infondate) riguardo questa nuova tecnologia.
A distanza di qualche mese, dopo che il garante per la privacy ha rimosso il blocco all’utilizzo di ChatGPT e che l’unione europea ha licenziato il testo “AI ACT”, ho deciso di tornare a parlare di Intelligenza Artificiale generativa ma da un punto di vista più “umano”.
Visto che sempre più spesso viene utilizzata l’AI per generare contenuti mi sono chiesto quanto questi contenuti siano realmente di qualità e fino a che punto siano difficili da riconoscere da quelli creati da esseri umani.
L’utilizzo che sto facendo dei verbi “generare” e “creare” in riferimento, con il primo alle intelligenze artificiali generative e con il secondo all’ingegno umano, non sono per nulla casuali. Sono, infatti, profondamente convinto che il processo di creazione sia tipico dell’essere umano e della sua consapevolezza di essere un individuo unico e pensante; il cartesiano “Cogito ergo sum” è, a mio avviso, un processo mentale solamente umano che le AI non potranno mai raggiungere.


I test
Ho deciso quindi di fare una serie di esperimenti: ho chiesto a due AI gratuite (ChatGPT 3.5 e il Chatbot di Skype) di creare tre articoli su specifici argomenti. Come base per due di essi ho deciso di utilizzare due articoli che avevo scritto io in precedenza (“Il Metaverso Evoluzione Della Realtà Virtuale E Di Internet.” e “Coding Nelle Scuole: Il Bambino Impara A Pensare”), aggiungendo per l'ultimo articolo un argomento difficile e particolare per un AI.
I risultati dell’interrogazione sono disponibili a questo
LINK .

Per prima cosa ho dovuto istruire su quali argomenti volevo che venissero trattati in modo da avere dei risultati che assomigliasse a quelli che avevo creato io o che, almeno, utilizzassero gli stessi spunti e riferimenti nello svolgere il compito. La prima richiesta è stata: Scrivi un articolo dal titolo: Il Metaverso evoluzione della realtà virtuale e di internet, parlando della storia della realtà virtuale partendo dal Sensorama, passando per il powerglow della Mattel, parlando del SuperCockpit di Tom Zimmermann e Jaron Lainer, della webcam LG LPCU30. Fare riferimento alla letteratura fantascientifica della cultura Cyber Punk dei romanzi come “Neuromante” o “Aidoru” di William Gibson Utilizzare come fonti: Linda Jacobson, “Realtà Virtuale con il personal Computer”, Apogeo, 1994, Ron Wodaski e Donna Brown, “Realtà virtuale attualità e futuro”, Tecniche Nuove, 1995. Cita le bibliografie e le pagine delle bibliografie.
Il riferimento alla webcam LG LPCU30 era voluto in quanto, oltre ad essere stata una delle prime webcam USB, era accompagnata da una serie di software che permettevano di far interagire l’utente con lo schermo tramite piccoli giochi di realtà virtuale. Inutile dire che nessuna delle due IA l’ha specificato nell’articolo dato che solo chi ha potuto provarla è a conoscenza di questo.
Gli articoli sono abbastanza simili, semplici, concisi e si limitano ad una banale esposizione dei fatti con una conclusione altrettanto banale e scontata. Sembra quasi di leggere un tema scolastico di un ragazzino dei primi anni di liceo.
Nota importante: mentre ChatGPT si limita a citare come bibliografia solamente i libri che ho messo io come riferimento, l’Ai di Microsoft non solo cita i medesimi testi con riferimento specifico alle pagine consultate ma amplia la bibliografia con altri sei testi.

Per il secondo test ho deciso di essere più preciso ed ho chiesto esplicitamente di allargare la ricerca ad altre fonti. Ho quindi interrogato così le AI: Scrivimi un articolo sul coding nelle scuole utilizzando come spunti "le due culture" di Snow e l'articolo della professoressa Wing del 2006. Mettici delle citazioni dai libri e articoli e fai, inoltre, l'esempio di come si può utilizzare come nel film Apollo13. Utilizza anche altre fonti pertinenti e metti le note bibliografiche a piede pagina.
Anche questa volta gli articoli sono risultati simili tra di loro ed altrettanto banali con il testo si ben steso e grammaticalmente corretto ma ancora troppo lineare e semplice. Questa volta, a differenza di prima, ChatGPT ha accluso altre fonti oltre il libro di Snow e l’articolo della professoressa Wing ma, entrambi, hanno sbagliato il riferimento a come sia possibile trovare l’esempio di pensiero computazionale nel film Apollo13.
Nessuno dei due articoli, sebbene richiesto, ha messo delle citazioni tratte dal libro o dall’articolo.

L’ultimo test è stato invece volutamente pensato per verificare le conoscenze delle due Ai e l’ampiezza delle fonti a loro disposizione. Il comando impartito era: In riferimento al libro "Epigrafi romane in Transilvania" puoi farmi un'analisi sulla perdita di documenti storici a causa di incidenti come quello occorso in questo caso sul Danubio?
Questa volta i risultati comparati tra le due intelligenze sono stati completamente differenti: ChatGPT, infatti, ha esordito con: “Purtroppo, non ho informazioni specifiche sul libro Epigrafi romane in Transilvania poiché il mio addestramento ha una data di taglio alla conoscenza fino a settembre 2021, e non sono in grado di accedere a nuovi dati o libri pubblicati dopo quella data. Pertanto, non posso fornire un'analisi dettagliata su quel libro specifico.”
A questo punto è doveroso far notare al lettore che il libro (composto da 2 volumi) è stato pubblicato in solo 1000 copie nell’autunno del 2010, quindi ben dentro quello che è il periodo di addestramento dell’intelligenza artificiale.
ChatGPT, come uno studente delle scuole dell’obbligo che non ha studiato, ha provato comunque a trattare l’argomento in maniera generica.
Meglio è andata la risposta del chatbot di Skype che, non solo conosceva il testo, ma ha anche messo il riferimento bibliografico. Anche in questo caso, però, il testo dell’articolo è risultato molto semplice e banale, sebbene scorrevole nella lettura.


È possibile distinguere se un articolo è stato scritto da una AI?
Il lettore che non ha avuto modo di provare le intelligenze artificiali generative, a questo punto della lettura, si chiederà sicuramente se esiste un modo per distinguere un articolo generato da una AI da quello scritto da un essere umano.
Vi sono online alcuni tools che permettono, una volta inserito un testo, di capire quale probabilità vi sia che il testo sia stato scritto da un umano anziché un’intelligenza artificiale. Ho provato due di questi tools (https://contentatscale.ai/  e https://www.zerogpt.com/) ed anche qua i risultati sono stai divergenti.
Nel considerare il primo articolo contentscale ha verificato come scritto completamente da umani l’articolo, mentre zerogpt ha rilevato una probabilità del 58.74% che l’articolo sia stato scritto da un AI. Ho fatto la controprova utilizzando l’articolo scritto da me ed ancora, mentre il primo assicura che l’articolo sia stato scritto da umani, zerogpt il da una possibilità che sia stato scritto da intelligenza artificiale solamente del 10.82%. Risultati analoghi li ho avuti con tutti gli articoli generati dall’AI.

Ma come fanno questi software a riconoscere che un testo sia stato scritto da un AI?
Principalmente utilizzano altri modelli di  intelligenze artificiali. ChatGPT, così come i suoi simili artificiali, imparano a scrivere in base a dei pattern o schemi: un po’ come gli umani creano un loro “stile” le Intelligenze artificiali creano un modo di scrivere facendo la media degli stili che hanno imparato. Così, controllando la ricorrenza di determinate parole, del modo di scrivere, come risulta la costruzione della frase e la prevedibilità, piuttosto che imprevedibilità, di una parola in un’espressione, i tools che verificano un testo, redigono la probabilità che ciò che hanno letto sia umano o artificiale.
Ma non sempre questi tools funzionano (io suggerisco di utilizzare https://www.zerogpt.com/ se si vuole provare) e quindi…
La prima cosa che consiglio è di imparare (o reimparare) a leggere. Le AI hanno imparato principalmente da ciò che hanno avuto a disposizione online ed hanno quindi uno stile conciso, semplice e veloce, con frasi corte e semplici. Chi è abitato a leggere si accorge subito se un libro, piuttosto che un racconto o un articolo, sono stati scritti da un essere umano o meno notando la complessità della scrittura: tendenzialmente, un testo scritto da un intelligenza artificiale, è davvero banale, contiene numerose ripetizioni e non si avvale dell’intero vocabolario della lingua utilizzata, specie se non si tratta dell’inglese. Per quanto possa risultare ben steso, il documento è la maggior parte delle volte troppo lineare e non sostituisce certi termini con sinonimi più consoni al contesto, realizzando un testo tutt’altro che ricco e accattivante.
Se avete una padronanza avanzata dell’italiano e/o siete lettori assidui riconoscere un testo artificiale vi risulterà facile una volta capiti i meccanismi.

Considerazioni
Le Ai sono il futuro, è inutile negarlo!
Esistono ad oggi però tanti problemi aperti, soprattutto morali.
La prima considerazione che mi viene da fare è quella di quelle aziende che si affidano a professionisti o ad altre aziende specializzate per scrivere banner pubblicitari o articoli promozionali che, convinte di pagare professionisti laureati che hanno studiato, con anni di esperienza e conoscono il loro mestiere, si ritrovano a pagare in realtà un AI spacciata per essere umano.
La seconda considerazione che mi viene è più culturale: utilizzando le AI per scrivere testi rischiamo di disimparare l’arte della creatività e disabituarci a leggere libri scritti magari in linguaggi difficili, con periodi lunghi e, quindi, a quel lavoro mentale che ha caratterizzato lo sviluppo della nostra cultura fin dalla nascita della scrittura.
La Commissione Europea, il 23 giugno del 2023 ha licenziato il AI ACT, un testo molto complesso, destinato a gestire l’utilizzo delle AI all’interno dell’Unione in base ad un sistema di valutazione dei rischi.
Tralasciando i punti che non riguardano questo argomento mi soffermerei invece su l'utilizzo dei testi generati da intelligenze artificiali: la proposta della Commissione Europea prevede che questi siano considerati sistemi di IA a rischio limitato, in quanto possono influenzare il comportamento o le scelte delle persone o creare aspettative irrealistiche. Pertanto, i fornitori e gli utenti di questi sistemi dovrebbero informare chiaramente le persone quando sono esposte a contenuti generati da IA e indicare la fonte e la natura dei contenuti. Inoltre, i fornitori e gli utenti dovrebbero garantire che i contenuti generati da IA non siano ingannevoli, discriminatori o lesivi della dignità umana.
Fermare l’AI è impossibile ed ingiusto. Utilizzare strumenti come ChatGPT per migliorare o aiutare il lavoro è doveroso. Utilizzarli al posto della creatività umana, invece, è immorale e ingannevole oltre che un insulto a più di 2000 anni di ingegno e creatività.
La soluzione è riappropriarci dei libri. Leggere, leggere e leggere ancora. Classici, moderni, contemporanei e saggi, in modo da poter imparare a distinguere un testo di qualità da uno banale e scialbo, indipendentemente da chi ne sia l'autore (Ai o Umano) e poter risalire la china di disinformazione e bassa cultura che negli ultimi 10-15 anni ha iniziato ad avanzare.
La mente umana è capace di collegare diverse discipline, citare una frase al momento giusto e a dovere, le AI non sono in grado di farlo: non vedono film, non sentono la musica, non percepiscono la poesia.
Se scrivono un testo non sanno come collegare un film, una foto, un evento ad un altro argomento che non sembra aver connessione. Se non lo avessi specificato direttamente nella richiesta, parlando di Realtà virtuale e di Metaverso le Ai non avrebbero mai collegato di loro iniziativa i romanzi di Gibson o film come “Il 13° piano” (in effetti non l’hanno fatto con quest’ultimo) pur essendo pertinenti con l’argomento.
Creare è un processo difficile, che richiede energie ed impegno, conoscenza e studio. Non si può ridurre tutto ad un freddo algoritmo o il risultato sarà una creazione scialba, banale, e piena di luoghi comuni, con un linguaggio semplice, fatto di frasi corte e povero da un punto di vista lessicale.
Come sempre non lasciamoci ingannare dalla tecnologia. Siamo noi a doverla utilizzare nel modo corretto e non abusarne per pigrizia.



Riferimenti:
https://eur-lex.europa.eu/~/?uri=CELEX:52021PC0206 https://www.~/EPRS_BRI%282021%29698792
(ultima consultazione agosto 2023)
https://www.zerogpt.com/
https://www.zerogpt.com/
https://contentatscale.ai/
https://chat.openai.com/
https://www.bing.com/?/ai
https://theunedited.com/nerdering/aiarticoli.html
https://www.dcuci.univr.it/?ent=progetto&id=1927


(ultima consultazione agosto 2023)
Polli Digitali
Polli Digitali

Note dell’autore: Gli esempi riportati nell’articolo sono tutti esempi reali. Non ho messo i nomi degli autori per evitare fastidiose noie legali, ma sarò felice di comunicare in privato, a chi fosse interessato, i nomi degli autori dei corsi.

Una nuova forma di raggiro si è sviluppata negli ultimi anni online affianco alle classiche atte a sottrarre i dati personali o della carta di credito degli utenti: quella dei “Corsi online per diventare esperti in…”.
Di questo tipo di raggiri, perché non è corretto parlare di truffe, ce ne sono di vari tipi. Da quelle più o meno innocue che offrono corsi all’apparenza gratis, a quelle che i corsi li fanno veramente pagare sennonché scoprire, una volta pagati ed iniziati, che questi corsi sono fatti, come si suol dire, “un tanto al chilo ed in maniera troppo superficiale.
Certo non tutti i corsi sono delle truffe, anzi la maggior parte sono seri e fatti da veri professionisti, ma sarebbe bene fare attenzione a quello che viene proposto.
Vediamo alcuni esempi e alcune tecniche reali che vengono utilizzate per sfruttare la buona fede delle persone.
Come inizio possiamo dire che tutti questi tipi di corsi promettono di avere lauti guadagni senza dover spendere troppi soldi (a parte l’eventuale acquisto del corso ma quello, ovviamente, non conta perché è da considerarsi un investimento a detta di chi lo vende N.d.r.) e senza dover faticare troppo, oppure di diventare esperti in un campo (se non in molti) in brevissimo tempo.

Dropshipping.
Il primo esempio che voglio proporre al mio lettore è quello di un corso sul  Dropshipping.
Per chi non lo sapesse il dropshipping è un metodo di vendita applicabile all’e-commerce che consiste nel vendere un prodotto online senza averlo materialmente in un magazzino, ma che viene proposto agli acquirenti facendo da tramite tra il pubblico e il fornitore. Una specie di agente di commercio online. Questo è, ovviamente, possibile in quanto  esiste un accordo commerciale tra venditore chiamato dropshipper e fornitore primario.
Il corso in realtà era un Videocorso e, dopo aver visto i primi video, avevo già capito che era un lavoro molto poco professionale: l’autore ha utilizzato un programma freeware chiamato OBS Studio (che indipendentemente dal fatto che sia gratuito funziona molto bene!) per registrare lo schermo e la sua voce. Fino a qua non ci sarebbe nulla di male se non fosse che il ragazzo che ha realizzato questo video corso ha registrato tutto direttamente, senza alcun montaggio o taglio, tanto che all’inizio di ogni video si vedeva OBS Studio che partiva e registrava lo schermo e che, il lavoro era un lavoro raffazzonato e approssimativo. Lo si deduceva dal fatto che durante le “lezioni” l’autore faceva a volte degli sbagli e si correggeva, segno questo che non seguiva o una traccia e che, comunque, invece di fermare la registrazione e rifare il pezzo sbagliato o tagliarlo, andava avanti a registrare.
A mio avviso questa forma di sciatteria nel fare un videocorso che viene venduto a caro prezzo (parliamo di migliaia di euro) è, non solo una mancanza di professionalità ma, soprattutto, mancanza di rispetto nei confronti degli acquirenti.

Corso gratis ma…
Non tutti i corsi online sono a pagamento. C’è anche chi offre corsi gratuiti o, almeno, che sembrano gratuiti. È questo il caso di un corso che promette di: “iniziare a guadagnare online seriamente in 3 giorni, senza trucchi bizzarri né segreti deliranti”.
Anche in questo caso stiamo parlando di un videocorso che, sebbene sia fatto meglio del precedente con tanto di montaggio e spiegazione dei vari passaggi senza errori, ha una durata di meno di 3 ore con la lezione più lunga che dura 49” e la più corta 1”59. Già da questo punto si dovrebbe iniziare a pensare che il segreto della ricchezza racchiuso in così poco tempo di video sia una cosa su cui storcere il naso.
Ma proseguiamo analizzando il corso in alcuni punti salienti: dopo un introduzione nella quale il relatore parla di persone che si accontentano e persone che invece vogliono di più, inizia a parlare del corso e del suo Kit (che molto magnanimamente mette a disposizione gratuita), che anche un piccolo business può portare a grandi guadagni, che non serve essere esperti per parlare di un argomento ma basta condividere i contenuti che parlano di quell’ argomento, perché per creare un business online basta essere considerati esperti in quella cosa e non esserlo effettivamente (al massimo basta essere informati), e così via fino a parlare della necessità di creare un sito web e Lead generation1.  
Seguono poi vari video che parlano di modelli di business e di come scegliere una “nicchia” di mercato per arrivare ad un video di soli 4 minuti e 13” dove ripete la necessità di creare un sito web.  Segue, finalmente, il video con il vero scopo del corso: la creazione di un sito web che porta a “lauti guadagni”!
A questo punto l’autore invita a creare un sito web e consiglia di utilizzare Wordpress2 e, dato che ci siamo, meglio che utilizziamo l’hosting che consiglia lui attraverso il semplice click sul link che ci propone. Si perché lo starter kit che ha messo a disposizione gratis è un modello Wordpress che, assicura, è ottimizzato per questo scopo quindi è da utilizzare. Ovviamente niente impedisce di utilizzare altri CMS ma non saranno funzionali come il suo sito. C’è però un problema se si vuole usare il suo modello super testato: per utilizzarlo c’è bisogno di utilizzare un plug-in3 di wordpress (a pagamento chiaramente) e, per semplificare le cose, ecco bello e pronto il link da cliccare per acquistare il plug-in.
Così il nostro munifico autore ha già guadagnato la commissione sulle vendite che vengono fatte tramite il suo corso (come la barzelletta del carabiniere che vede l’uomo che mangia i semi delle mele).
Proseguendo con il corso troviamo un video che spiega, in maniera semplificata e superficiale, la creazione e la gestione SEO4 del sito.  Il video è tanto essenziale che, se non si seguono pedissequamente le sue istruzioni e/o non si conosce Wordpress, si rischia di fare danni. Anche per quanto riguarda la personalizzazione non offre molte spiegazioni particolareggiate ma, d'altronde, il suo scopo è stato ormai raggiunto, tutto il resto è di contorno, tanto che ci si chiede per quale motivo abbia voluto far installare il plug-in “Elementor” dato che quello che chiede di fare si può fare benissimo anche senza…
Per quanto riguarda la parte SEO, sempre tramite un plug-in (questa volta gratuito) la spiegazione è a livelli talmente elementari che non parla nemmeno di Microdata, Sitemap, Robots.txt, Heading Order, Slug SEO valido e molto altro. Insomma un corso molto approssimativo tanto che la creazione del banner cookie e del contenuto da mettere non è aggiornato alle ultime normative rischiando così di prendere multe salate.
Alla fine si scopre che tutto il presunto guadagno astronomico che si può fare, sì basa sul fatto di creare un sito web nel quale mettere le “pubblicità” di prodotti e servizi di aziende (come Amazon, Udemy, ecc.) in modo che, quando un utente faccia un acquisto tramite il sito, noi ne ricaviamo una percentuale. Peccato che per poter sperare di aver ricavi tramite questo metodo ci sia la necessità di un volume di visite mensile notevole e non certo le poche centinaia che un sito fatto (male) tramite il suo kit può avere.


Impariamo a programmare?
Infine l’ultimo esempio che voglio analizzare è una vera chicca: direttamente da uno dei siti di corsi online più blasonati ed il cui titolo è già di per sé un programma (scusare il giro di parole): “Programmazione - Il MEGA Corso Completo”. 
Ed a guardare i più di 40 capitoli (ognuno con vari video all’interno) il corso sembra veramente dare quello che promette sennonché si scopre che i video toccano in maniera superficiale il tema della programmazione o i vari linguaggi: per fare un esempio la programmazione in Java occupa in totale 2 ore e 21 minuti di video, mentre Python5 viene trattato sono come Ethical Hacking6 e, in 57 minuti, vengono proposti solamente dei listati senza insegnare la programmazione in questo fantastico linguaggio!
Una parte da leone la fanno i capitoli dedicati all’ HTML e al CSS che sono addirittura considerati “hard Skill” anche se, parlando con un programmatore, dirà certamente che non possono essere considerati linguaggi di programmazione ma piuttosto linguaggi di formattazione.
Infine da notare che, come sempre, non poteva mancare un capitolo (molto più corposo di quello su HTML e CSS) dedicato a Wordpress e, a questo punto, mi piacerebbe sapere che c’entra Wordpress con la programmazione!
Certo non mancano capitoli dedicati ad Ajax, Jquery e Java script o ai database ma tutto trattato senza approfondire molto i concetti. D'altronde un corso di programmazione serio richiede molto tempo e, questo, per imparare solamente un singolo linguaggio.


Non tutti sono così
Per fortuna non tutti i corsi online sono delle truffe, anzi ho avuto modo di vedere corsi su Media Marketing o sulla programmazione (ma dedicati ad un solo specifico linguaggio) molto esaustivi e completi.
Come distinguere i corsi seri da quelli meno allora?
Qua la cosa è più complicata rispetto alle classiche truffe in quanto, la maggior parte delle volte, ci si accorge di aver buttato via i soldi solo dopo averlo fatto.
Rimangono da tenere a mente alcuni avvertimenti dati dal buon senso:
1. Se una cosa è troppo bella per essere vera allora forse non lo è! A tutti piace fare i soldi facili ma, a parte casi particolari, per aver successo in qualsiasi attività è richiesto molto impegno, dedizione, sacrificio e, soprattutto, tempo: un ingegnere informatico o un programmatore studiano anni per arrivare ad avere le competenze necessarie a padroneggiare un settore.
2. Se possibile sentire il consiglio di qualche amico o persona esperta che conosca la materia o sa di cosa si parla. Non è sempre vero che un profilo virtuale corrisponda alla realtà e solo perché chi ci propone un corso è “famoso” online con vari profili social e skills di rilievo, non è detto che queste competenze siano vere. Creare un profilo e più facile che rubare le caramelle ad un bambino!
3. I buoni vecchi libri! Prima di seguire un corso online sarebbe meglio consultare un libro cartaceo (o e-book) sull’argomento per poter valutare quello che ci viene proposto.

A questo punto mi vien voglia di mettermi a fare un corso… Ma realmente gratis perché “la conoscenza deve sempre essere condivisa con tutti” e non tutti hanno i mezzi per poter comperare la conoscenza!



1La lead generation è il processo che consiste nell'attrarre l'interesse di potenziali clienti, per trasformarlo in transazioni di vendita.
2 WordPress è una piattaforma software per la creazione di "blog" e Content Management System (CMS) open source basato sul linguaggio di script PHP e database MySql,  che consente la creazione e distribuzione di un sito Internet facilmente aggiornabile.
3 I plug-in sono componenti di un software che aggiungono delle funzionalità a un programma esistente.
4 SEO è l'acronimo inglese della parola Search Engine Optimization, che tradotto significa ottimizzazione per i motori di ricerca. É una disciplina informatica che ha l'obiettivo incrementare la visibilità e il posizionamento di un sito web all'interno dei risultati organici dei motori di ricerca
5 Python è uno dei linguaggi di programmazione più usati al mondo. Grazie alla sua sintassi asciutta e potente, ed al supporto multipiattaforma, è utilizzato per moltissime tipologie di applicazioni, dal networking, al web, fino al machine learning
6 L'Ethical Hacker si occupa di testare la sicurezza dei sistemi informatici aziendali mediante simulazione e prevenzione di possibili attacchi informatici.

Paura AI?
Paura AI?

Dopo che il Garante della Privacy ha aperto un’istruttoria su ChatGPT, di fatto bloccandola temporaneamente nel nostro paese, quello che prima era un tool di AI1 riservato a pochi appassionati è diventato un argomento di “cultura generale” dove chiunque può esprimere la propria opinione.
A dare adito alle preoccupazioni riguardo questa tecnologia si sono inseriti nel dibattito anche persone di autorevolezza come l'ex presidente dell'Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston o il cofondatore di Neuralink e OpenAI Elon Musk (nonché direttore tecnico di SpaceX, amministratore delegato di Tesla, ecc).
Ma sono davvero fondate queste preoccupazioni?
Vediamo di fare un po’ di luce sulla situazione e soprattutto se solo ChatCPT è pericolosa o anche le altre AI.


Cos’è un’intelligenza artificiale?
Già nel 1950 sulla rivista Mind il grande matematico Alan Turing nell'articolo “Computing machinery and intelligence” ideò un test per determinare se una macchina sia in grado di esibire un comportamento intelligente (vedi articolo “
È Stato Superato Il Test Di Turing?” su questo stesso sito). Questo fu il primo tentativo per avvicinarsi al concetto di intelligenza artificiale. In realtà il concetto di AI al giorno d’oggi si è evoluto in una tecnologia che consente di simulare i processi dell’intelligenza umana tramite programmi in grado di pensare e agire come gli esseri umani. Per ottenere tutto questo sono necessari principalmente 2 fattori: grandi capacità di calcolo e un enorme molte di dati sui quali gli algoritmi possano crescere.
Se per il primo requisito gli ostacoli sono risultati facilmente superabili, per il secondo, fino all’avvento di internet e dei social network (ma soprattutto fino alla loro massificazione), le cose erano più complicate in quanto si necessitava di raccogliere dati da varie fonti che spesso non comunicavano tra loro e inserirli negli algoritmi; ma, come appena scritto, grazie a questi due strumenti le aziende che sviluppano Intelligenza Artificiale hanno potuto accedere quantità enormi di informazioni eterogenee che hanno dato lo slancio alla creazione una nuova tecnologia.
Già negli ultimi 10 anni si è assistito ad un lento sviluppo delle AI anche se non ci siamo mai soffermati a rifletterci: quando usiamo le auto con la guida autonoma o semi-autonoma  usiamo programmi di AI, così come quando interagiamo con un Chatbot2 e o utilizziamo software per riconoscere piante o persone tramite la telecamera del nostro smartphone o tablet oppure semplicemente utilizziamo un assistente vocale quali Siri o Cortana.


Cos’è ChatGPT?
Ma cosa rende questa AI diversa delle altre e perché?  
Innanzitutto chiariamo che lo scopo di ChatGPT è quello di rendere l’interazione con i sistemi di intelligenza artificiale più naturale e intuitiva, infatti GPT sta per Generative Pretrained Transformer (traducibile grossolanamente in “trasformatore pre-istruito e generatore di conversazioni”), ovvero un modello di linguaggio che utilizza il Deep Learning3 per produrre testi simili in tutto e per tutto a quelli che scriverebbe un essere umano: quando un utente inserisce un messaggio, Chat GPT elabora l'input e genera una risposta pertinente e coerente all’interno della conversazione.
Ma se quello che facesse questa AI fosse solo rispondere alle domande degli utenti in maniera simile a quella di un essere umano saremmo davanti a niente più di un chatbot evoluto. In realtà quello che ChatGPT fa e sta imparando a fare è molto più articolato: permette di scrivere testi più o meno lunghi (temi, tesi, libricini, ecc.), permette di scrivere programmi senza quasi aver alcuna conoscenza di linguaggi di programmazione piuttosto che una canzone, una poesia o anche una sceneggiatura cinematografica inoltre è anche in grado di dare consigli su viaggi o di qualsiasi altra cosa e, come un vero essere umano, a volte può anche sbagliare nelle risposte o nei compiti assegnati.
Per usare ChatGPT è sufficiente collegarsi a OpenAi.com e poi attivare gratuitamente un account. Sfortunatamente da qualche settimana questo non è più possibile per noi utenti italiani senza una VPN.


Non esiste solo ChatGPT?
Sebbene famosa questa AI non è la sola presente sul mercato. Anche altre aziende oltre OpenAi stanno sviluppando (o anno già sviluppato)  sistemi analoghi.
BingAi, sviluppato da Miscrosoft (che è stato uno dei finanziatori più generosi di OpenAi) è stato integrato nell’omonimo motore di ricerca della società di Redmond che si pone come obbiettivo di dare risposte, ma non solo: se ad esempio ci colleghiamo alla sezione “create” (https://www.bing.com/create) possiamo far creare a BingAi un immaigne partendo da una nostra descrizione (solo in inglese per ora). BingAi utilizza lo stesso motore di GPT.
Google Bard è, invece, l’alternativa proposta da BigG. Questo strumento di AI per il momento è ancora in fase di sviluppo nelle prime fasi non ha entusiasmato più di tanto e i risultati delle sue integrazioni sono risultati inferiori come qualità a quelle presentata dai concorrenti. Il CEO di Google, Sundar Picha, non sembra particolarmente preoccupato di questo e afferma che Brad passerà presto dal modello LaMDA (Language Model for Dialogue Applications) a PaLM (Pathways Language Model) in quanto il modello attuale è “addestrato” da solamente 137 miliardi di parametri, contro i 540 miliardi di parametri di PaLM. Quando Bard sarà attivo in maniera completa cambierà soprattutto il modo nel quale vengono presentate le ricerche da Google e, probabilmente, il motore di ricerca più utilizzato al mondo diventerà più attento nella qualità delle pagine indicizzate e proposte; o almeno questo è l’intento di Google.
IBM Watson è l’intelligenza artificiale sviluppata, appunto da IBM dal 2010 che nel 2013 ha avuto la prima applicazione commerciale ovvero la gestione delle decisioni nel trattamento del cancro ai polmoni al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center. A differenza dei suoi antagonisti sopra citati Watson si propone ad un pubblico business: il sistema è in grado di analizzare ed interpretare i dati, testi non strutturati, immagini, dati audio e video e, grazie all'intelligenza artificiale, il software riconosce la personalità, il tono e l'umore dell'utente.


Perché fa paura l’evoluzione delle AI?
Le intelligenze artificiali, da come abbiamo visto fino ad ora, sembrano essere una panacea per l’aiuto nel lavoro di tutti i giorni, ma presentano anche dei lati oscuri che non sono però gli scenari apocalittici rappresentati da tanti film di fantascienza quali Matrix, Terminator, eccetera.
Così come sono in grado di creare immagini dal nulla con semplicemente delle spiegazioni, altrettanto possono creare dei falsi video o foto per generare disinformazione. Già nel 2019 Samsung ha sviluppato un sistema, basato sull'intelligenza artificiale, capace di creare finti video da una o due fotografie e, negli ultimi mesi del 2022 , sempre più video falsi realizzati con lo scopo di mostrare le capacità delle AI nel generare contenuti, sono stati messi in rete.
Certo, si obbietterà, che la produzione di video "fake" non è nuova, ma quello che cambia adesso è che,  se fino a ora erano necessarie grandi quantità di dati e competenza e un’ occhio allenato poteva notare la differenza tra reale e no adesso, con le AI si possono costruire movimenti del viso e della bocca che non sono mai esistiti e che sembrano reali.
Quindi se la manipolazione delle immagini (o dei suoni) tramite AI può dare vita a meme innocui, oppure semplificare la vita di animatori e sviluppatori di videogiochi bisogna prestare attenzione ad un possibile utilizzo illegale o atto a disinformare l’opinione pubblica o discreditare chiunque.
Pensate: cosa fareste se un giorno vi trovaste a vedere un video su Facebook di voi che state facendo una rapina in banca e questo video sarebbe tanto dettagliato da sembrare reale?
Ma non si tratta solo della capacità di creare fave video. Le IA come ChatGPT possono anche creare commenti e di auto-evolversi.
Queste capacità di auto-evolversi sono state uno dei motivi che hanno portato Musk con altri mille esperti a chiedere una moratoria di sei mesi all'addestramento delle Intelligenze artificiali (non solo ChatGPT) attraverso una lettera aperta (sotto forma di petizione) indirizzata ai governi e, soprattutto, alle aziende che in questi hanno aumentato la ricerca allo sviluppo di queste tecnologie. In questa petizione, pubblicata sul sito Futureoflife.org, imprenditori e accademici chiedono una moratoria sull'uso delle AI fino alla creazione di sistemi di sicurezza. Il rischio più grande non è che le intelligenze artificiali possano scatenare una guerra contro l’umanità ma che si mettano a “fare cose” senza un motivo a noi apparente o che “imparino cose sbagliate”.
In Italia il Garante per la Privacy ha bloccato momentaneamente ChatGPT in attesa sul chiarimento su come vengono trattati i dati personali degli utenti. Una motivazione forse banale ma che ha portato ad un blocco (unico per adesso in Europa) della tecnologia di OpenAi. In particolare il Garante rileva “la mancanza di una informativa (come quelle presenti nei normali siti web) agli utenti e a tutti gli interessati i cui dati vengono raccolti da OpenAI”. Inoltre, sottolinea sempre il Garante c’è “l’assenza di una base giuridica che giustifichi la raccolta e la conservazione massiccia di dati personali, allo scopo di “addestrare” gli algoritmi sottesi al funzionamento della piattaforma”, che si può tradurre come: “Non c’è un motivo per utilizzare i dati personali delle persone per insegnare al vostro software!”.
Mentre in Italia si attua un blocco momentaneo a CathGPT in attesa di delucidazioni sull’uso dei dati personali, in Europa molti paese (come Germani, Francia) chiedono delucidazioni all’Italia per questa sua decisione e nella Commissione Europea si discute se e come regolarizzare le Intelligenze Artificiali.


Quale futuro?
Di sicuro l’evoluzione dell’intelligenza artificiale rappresenta per l’informatica quello che l’energia nucleare ha rappresentato nel mondo della fisica e, proprio come l’energia nucleare, può rappresentare sia un’utilità che un mezzo di distruzione. Intanto si stanno delineando nuove opportunità nel mondo del lavoro per chi sa utilizzare e programmare le AI e nuove professioni stanno nascendo come ad esempio il prompt expert4 che negli Stati Uniti può arrivare a guadagnare da 70.000 a 140.000 dollari all’anno.
Da tutto questo l’Italia rischia, per adesso, di rimanere esclusa.
Se la decisione del Garante sia giusta o meno non lo sappiamo e lo sapremo in futuro, ma per adesso, se vogliamo utilizzare ChatGPT non ci resta che utilizzare una VPN.

 


 

1Ai è l’acronimo di Artificial Intelliggence
2 Un chatbot è un software che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte o parlate), consentendo agli utenti di interagire con i dispositivi digitali come se stessero comunicando con una persona reale
3 Il Deep Learning, la cui traduzione letterale significa apprendimento profondo, è una sottocategoria del Machine Learning (che letteralmente viene tradotto come apprendimento automatico) e indica quella branca dell’intelligenza artificiale che fa riferimento agli algoritmi ispirati alla struttura e alla funzione del cervello, chiamati reti neurali artificiali. Da un punto di vista scientifico, potremmo dire che il Deep learning è l’apprendimento da parte delle “macchine” attraverso dati appresi grazie all’utilizzo di algoritmi (prevalentemente di calcolo statistico).
4 Il prompt è la descrizione, ossia l’input, che diamo all’intelligenza artificiale generativa quando le chiediamo qualcosa. Il prompt Expert una figura professionale che ha il compito di fornire all’intelligenza artificiale descrizioni sempre più precise per fare in modo che le risposte che si ottengono lo siano altrettanto.

 


BIBLIOGRAFIA
Improving Language Understanding by Generative Pre-Training, The university of British Columbia, https://www.cs.ubc.ca/~amuham01/LING530/papers/radford2018improving.pdf
OpenAI Documentation,
https://platform.openai.com/docs/introduction
SHERPA project
https://www.project-sherpa.eu/european-commissions-proposed-regulation-on-artificial-intelligence-is-the-draft-regulation-aligned-with-the-sherpa-recommendations/
(Ultima consultazione siti web aprile 2023)

  ► Ricette

Cous Cous Verde con contrasti di sapori
Cous-Cous-Verde-con-contrasti-di-sapori

Con l’arrivo del caldo si ha voglia di piatti che ricordano l’estate e cosa c’è di meglio di una pietanza mediterranea come il cous cous ma abbinata a sapori particolari?
La ricetta che presento oggi è un mix di contrasti di sapori dato dal salato delle zucchine fritte e il dolce delle cipolle. Il tutto mescolato dal cous cous.

Preparare le zucchine croccanti.
Con l’aiuto di una mandolina o un affetta verdure tagliare le zucchine alla Julienne in modo che vengano delle strisce lunghe ma sottili.
Infarinarle e friggerle in abbondante olio di semi. Una volta tolte dall’olio salarle e lasciarle raffreddare Le zucchine dovranno essere croccanti ma non rompersi!

Preparare le cipolle caramellate.
Pulire una cipolla rossa e tagliarla a fettine. Cuocerla a fuoco medio in una padella con un filo d’olio. Dopo 5-6 minuti aggiungere lo zucchero e due cucchiaini di glassa di aceto balsamico. Cuocere continuando a mescolare fino a quando lo zucchero non sarà caramellato.

Preparare il cous cous.
Cuocere gli spinaci per 6-7 minuti in una padella con una noce di burro, un filo d’olio e uno spicchio d’aglio. Regolare il sale.
Quando gli spinaci saranno cotti metterli nel bicchiere del mixer e frullarli fino ad ottenere una purea.
Cuocere il cous cous come sempre, aggiungendo la purea di spinaci.
Assemblare il piatto



Costolette di agnello su letto di verdure caramellate
Costolette-di-agnello-su-letto-di-verdure-caramellate

Le Costolette d'agnello non a tutti piacciono per il loro sapore intenso ma, con questa ricetta, sicuramente i vostri ospiti si leccheranno le dita.


Preparare le verdure caramellate.
Pulire e tagliare le cipolle e tagliarle. Pulire i peperoni dai semi e tagliarli a listarelle.
Cuocere le cipolle in una padella con un filo d’olio a fuoco vivo. Aggiungere dopo qualche minuto i peperoni far scottare a fuoco vivo, aggiungere sale e pepe, quindi abbassare la fiamma e lasciar cuocere lentamente a fuoco lento per 10-15 minuti.
Passato questo tempo aggiungere un cucchiaino di Glassa di Aceto balsamico e lo zucchero, mescolando e lasciando caramellare lo zucchero. Quando quest’ultimo sarà caramellato aggiungere il basilico e scottarlo leggermente.
Riporre le verdure da parte.
Preparare le costolette d'agnello.
In una padella sciogliere il burro con un poco d’olio, quindi mettere a scottare le costolette. Salarle e peparle quanto basta. Dopo averle rigirate aggiungere il timo e l’aglio tritato. Lasciar cuocere a fuoco lento fino a quando non saranno pronte.
Impiattare il tutto e buon appetito.
Arrosto maiale al pompelmo rosa e prosciutto
Arrosto-maiale-al-pompelmo-rosa-e-prosciutto
Il sapore ed il profumo del pompelmo rosa si mescola benissimo con il grasso della carne di maiale.

Avvolgere l’arista di maiale con le fette di prosciutto e legarle bene con dello spago.
Spremere il pompelmo e tagliare alcune fettine della buccia a listarelle eliminando la parte bianca.
Tagliare i cipollotti a fettine e metterli in una padella dal bordo alto con il burro e far soffriggere leggermente.
Mettere l’arista avvolta nel prosciutto nella padella e far rosolare su tutti i lati, quindi fumarla con il vino ed il brandy.

Dopo qualche istante togliere dal fuoco e mettere in una pirofila da forno e coprirla con il succo di pompelmo e i rametti di rosmarino. Coprire la pirofila con l’alluminio e mettere in forno a 180° per una 15 di minuti.

Passato il tempo togliere l’alluminio e rimettere in forno per circa 15 minuti stando attenti che non si asciughi troppo il sughetto. Nel caso accada bagnare con del brodo.

  ► Luoghi

Ostiglia (mn)
Ostiglia Riserva Naturale Isola Boschina

Le prime tracce documentate dell’isola sulla qual risiede la Riserva Naturale Isola Boschina risalgono al XVII° secolo. Questo fa di quest’isola la più antica isola presente sul Po documentata.
L’isola si estende su di una superficie di 37 ettari e dal 1985 è diventata riserva naturale per tutelare quello che resta del bosco planiziale (un tipo di ambiente presente anticamente nella Pianura Padana e che oggi sopravvive in limitate aree scampate al disboscamento). In realtà già dal 1981 questa piccola isola, ancora di proprietà privata, fu dichiarata Biotopo; quando quattro anni più tardi venne istituzionalizzata a Riserva Naturale Regionale la gestione venne affidata all’ex-Azienda Regionale delle Foreste, ora ERSAF.  
Nel 2004 la Riserva viene dichiarata Sito di Importanza Comunitaria e nel 2006 Zona di Protezione Speciale entrando a far parte dei siti Natrua 2000. I siti Natura 2000 sono stati designati specificamente per tutelare aree che rivestono un’importanza cruciale per una serie di specie o tipi di habitat elencati nelle direttive Habitat e Uccelli e sono ritenute di rilevanza unionale perché sono in pericolo, vulnerabili, rare, endemiche o perché costituiscono esempi notevoli di caratteristiche tipiche di una o più delle nove regioni biogeografiche d’Europa. In totale, devono essere designate come siti Natura 2000 le aree di importanza cruciale per circa 2000 specie e 230 tipi di habitat.

L’Isola Boschina, lunga poco più di 1.500 m e con una larghezza massima di 400 m, occupa una nicchia abbastanza protetta del fiume Po che la protegge dai fenomeni di erosione. La sua posizione, inoltre, le permette di godere di un bioclima particolare caratterizzato da un livello costantemente elevato dell’umidità atmosferica e di una minor temperatura durante il periodo vegetativo delle piante. Purtroppo nei secoli l’isola ha subito una continua trasformazione dovuta alle pratiche agricole e boschive. Le coltivazioni sono state sempre operate nella zona centrale, per difenderle dalle piene del Po mentre la vegetazione naturale è stata depauperata, soprattutto a partire dagli anni ‘70, per ospitare le piantagioni di pioppi nordamericani. Fortunatamente alcuni lembi dell’originaria foresta planiziale lombarda, si sono conservati nel tempo (circa 8 ettari) e questo ha giustificato l’istituzione della Riserva Naturale, nata per salvaguardare questo scrigno di biodiversità nella bassa pianura padana.
Il bosco è formato da farnia, pioppo bianco e nero, olmi e aceri. Sono poi presenti qualche ciliegio, dei frassini ossifilli e la robinia che, però, spesso diventa infestante.

L’Isola Boschina è passata nei secoli sotto diverse proprietà fino al 1968, quando la proprietà fu ereditata dall’Opera Pia Ospedale Civile di Ostiglia. Quando venne messa all’asta, venne acquistata da Gian Battista Meneghini; in seguito venne acquistata da commercianti di legname modenesi, che avviarono i popolamenti produttivi di pioppo. Grazie all’attività di sensibilizzazione di Italia Nostra si avviò il processo per istituire la Riserva (1985) che divenne nel 1987 di proprietà regionale.


La riserva è visitabile tutto l’anno anche se il periodo consigliato è l’estate.
Gli edifici presenti sull’isola sono sottoposti a vincolo architettonico, e comprendono una villa ottocentesca in stile neoclassico, un fabbricato rurale con un lungo porticato (barchessa), un pozzo e una piccola struttura originariamente adibita a forno. Le costruzioni sono disposte su tre lati di una caratteristica aia in mattoni.
Nella Riserva si possono, inoltre, ammirare due monumenti arborei di particolare pregio: un enorme pioppo americano  situato a poche decine di metri dalla Villa e che, data l’età, potrebbe rappresentare uno dei primi individui di pioppo nordamericano piantati sul territorio italiano agli inizi della pioppicoltura e un monumentale e bellissimo pioppo bianco che si trova nel settore orientale dell’isola e che rappresenta un grande valore biogenetico per la conservazione e il miglioramento delle linee autoctone di pioppo bianco.
A livello faunistico, grazie ad alcune fototrappole, si è potuta accertare la presenza di una popolazione di caprioli stabile oltre a tassi e volpi; sono inoltre presenti il rospo smeraldino, la rana verde e rana dalmatina

L’accesso all’isola è attualmente possibile, oltre che con imbarcazione, utilizzando un guadoartificiale praticabile però solo nei periodi di secca del fiume (ecco perché è consigliabile visitarla in estate quando le acque del Po sono più basse). Lungo i sentieri che sono presenti nell’isola è possibile ammirare delle stupende statue lignee: in occasione della festa d’autunno, ERSAF, Comune di Ostiglia e WWF organizzano, infatti, un evento culturale che vede la partecipazione di scultori provenienti da varie parti d’Italia che si cimentano nella realizzazione di statue lignee il cui tema è  “…di bosco, di fiume. L’immaginario”.
L’isola è visitabile a piedi o in bicicletta. Sebbene diversi cartelli ben visibili indicano il limite raggiungibile in auto può capitare che questi cartelli vengano ignorati e le auto arrivino fin quasi (se non dento quando l’acqua è particolarmente bassa come a luglio 2022) l’isola.
Per informazioni su come comportarsi consiglio di visitare il sito  dell ERSAF (l'Ente Regionale per i Servizi e all'Agricoltura e alle Foreste) dove si legge che è anche vietato introdurre cani, transitare con mezzi motorizzati, effettuare il campeggio, raccogliere, asportare o danneggiare la flora spontanea, abbandonare i sentieri di percorrenza e dalle aree di sosta e di osservazione, fare pic-nic al di fuori delle aree appositamente attrezzate, esercitare la caccia.  

Sabbioneta (mn)
Sabbioneta La città ideale nata dal desiderio di un principe

Durante il rinascimento furono molte le città che vennero modificate per rispecchiare il modello di città ideale dell’epoca, ma pochissime sono quelle costruite quasi dal zero come la città di Sabbioneta: fu costruita come nuova città nella seconda metà del XVI secolo al posto di  un piccolo borgo medievale preesistente. Per Vespasiano I° Gonzaga la città di Sabbioneta doveva essere principalmente una fortezza, come si vede dalla cinta muraria che la circonda a forma di stella ma, nel contempo, la pianta a scacchiera delle vie della città ed il ruolo degli spazi pubblici e dei monumenti rappresentano uno dei migliori esempi di città ideale costruita in Europa nella seconda metà del ‘500.
La visita di Sabbioneta non richiede più di un giorno ma vale sicuramente la pena visto la quantità di bellezze che vengono racchiuse in questo piccolo scrigno e con 15 euro (estate 2022) è possibile visitare tutti i monumenti che caratterizzano il borgo.


Il Palazzo Giardino
Il Palazzo costituiva il luogo nel quale il duca Vespasiano Gonzaga si ritirava per leggere, studiare e trovare sollievo dagli impegni di governo.
Sebbene l'esterno risulti molto sobrio, caratterizzato da una facciata intonacata di bianco,  all’interno presenta un ricco itinerario decorativo riflette la vasta cultura letteraria di Vespasiano: una ventina tra sale, salette e passaggi rivelano un’incredibile ricchezza di decorazioni tra stucchi, affreschi e decorazioni. Un itinerario che bisogna fare letteralmente con il “naso all'insù”.

Galleria degli Antichi
Dal secondo piano del palazzo giardino si accede alla Galleria degli Antichi, chiamato anche “Corridor Grande”. Adagiato sopra 27 arcate si sviluppa per una lunghezza di circa 97 metri e rappresenta la terza galleria in Italia per lunghezza dopo “La Galleria delle Carte Geografiche” in Vaticano e la “Galleria degli Uffizi” a Firenze.
La galleria fu costruita per contenere collezione archeologica del duca comprendente  50 state, 160 busti e 80 bassorilievi, tutti di Età Classica, che nel 1774 vennero confiscati per volere dell’amministrazione austriaca e trasferiti all’Accademia di Belle Arti di Mantova. Oggi i marmi sono esposti nella galleria della Mostra in Palazzo Ducale a Mantova e nel Museo della Città.
Una fila di finestroni illumina lo spazio interno che illumina le figure allegoriche e le pareti affrescate. L’effetto prospettico che caratterizza le due estremità del corridoio è impressionante. Come in moltissimi altri edifici sabbionetani il soffitto ligneo è caratterizzato da cassettoni riquadrati che presentano al centro di ogni scomparto e lungo l'asse delle travi delle piccole rosette dorate.
Il piano inferiore, come abbiamo detto, è composto da una serie di ventisei arcate a tutto sesto separate da possenti pilastri  che creano passaggio pedonale coperto da grandi volte a crociera.

Teatro all’Antica
Conosciuto anche come “Teatro Olimpico” il Teatro all’Antica di Sabbioneta non solo è l’edificio più rappresentativo della città ma è anche il primo esempio di teatro moderno inserito in un edificio appositamente costruito dal nulla.
Il progetto, ad opera di Vincenzo Scamozzi allievo del Palladio, ricorda molto il Teatro Olimpico di Vicenza, sebbene di dimensioni più modeste. L’entrata del teatro presenta la scritta “Roma Quanta Fuit Ipsa Ruina Docet” (Le stesse rovine insegnano quanto grande fu Roma) come inno alla cultura rinascimentale.
Alle spalle del palco vi è uno spettacolare colonnato in stile corinzio sormontato dalle statue delle divinità antiche, come nel teatro vicentino. Purtroppo dopo la morte di Vespasiano tutta la città conobbe un periodo di decadenza ed il teatro venne adibito a diversi usi che andavano dal granaio alla stalla per finire al cinematografo fino a quanto nel 1969 venne restaurato e riportato agli antichi splendori.

Palazzo Ducale
Il palazzo Ducale situato nella piazza principale del borgo si presenta con un’elegante facciata caratterizzata da un porticato posto a un livello rialzato caratterizzato da cinque archi e si conclude con un possente cornicione a mensole. In questo palazzo, nel 1591 nel piano mezzanino morì Vespasiano I°.
Il palazzo è caratterizzato da una serie di sale che occasionalmente vengono utilizzate per mostre (come quella dell’estate 2022 di vestiti d’epoca). Tra le sale sono da segnalare: la sala delle aquile che racchiude al suo interno le statue equestri lignee raffiguranti Vespasiano, il padre Luigi Gonzaga, il bisavolo Gianfrancesco e Ludovico, la Galleria degli antenati, la sala degli elefanti, la sala dei leoni, la sala degli ottagoni e dei grappoli dove era conservala la ricca biblioteca del duca.

Chiesa della Beata Vergine Incoronata
Caratterizzata da una pianta ottagonale la Chiesa della Beata Vergine Incoronata era nata per essere cappella palatina e  pantheon per la dinastia di Vespasiano. L’esterno della chiesa, severo e massiccio che la fa sembrare quasi una fortezza entra in contrasto con l’interno ricco di decorazione e dove la luce, che entra dalla lanterna situata a 38 metri d’altezza, crea stupendi giochi di contrasti con le ombre.
Al suo interno, nella cappella a sinistra dell'altare maggiore, è collocato il monumento funebre realizzato interno al 1592 dallo scultore Giovan Battista Della Porta di Vespasiano I°. La statua in bronzo del duca campeggia sulla tomba realizzata in marmi policromi. Da sottolineare le decorazioni interne settecentesche a trompe-l’oeil che creano uno slancio verso l’altro.

Sinagoga di Sabbioneta
Negli anni del dominio di Vespasiano Gonzaga, nonostante venissero emanate bolle pontificie che avrebbero dato inizio alla segregazione degli ebrei nei ghetti, alle famiglie ebraiche sabbionetane venne concesso di insediarsi liberamente. La sinagoga venne edificata nel 1824 in quello che fu per secoli il quartiere ebraico visto che a Sabbioneta non fu mai istituito un vero e proprio ghetto.
Dopo decenni di abbandono seguiti allo scioglimento della locale comunità ebraica la sinagoga venne riaperta al pubblico nel 1994. In rispetto al precetto secondo il quale tutte le sinagoghe non devono avere nulla al di sopra se non il cielo il Tempio venne realizzato nella parte superiore dello stabile. L’interno, di pianta rettangolare, conserva gli arredi originali ottocenteschi costituiti dagli antichi banchi di legno, da un candelabro di Hannukkah e da un artistico cancelletto di ferro battuto che limita la zona più sacra nella quale si trova l'Aron, ai lati del quale pendono due lampade votive. Il soffitto a volta dà l’impressione di un telo gonfiato dal vento. Una sala è dedicata a piccolo museo ebraico.

Oratorio di San Rocco e la sua pinacoteca
Come tutti gli edifici di Sabbioneta anche la chiesa di San Rocco risale alla seconda metà del ‘500. L’oratorio della Chiesa ospita la pinacoteca del Polo Museale di Sabbioneta, con una ricca collezione di dipinti e opere d’arte che ripercorrono diverse epoche.

Malcesine (vr)
Malcesine Il Castello Scaligero di Malcesine

Il castello che sorge nel pittoresco borgo di Malcesine sorveglia da secoli il più grande lago d’Italia.
Sebbene le origini del borgo gardesano risalgano al 500 a.c. le prime testimonianze di un castello compaiono solo durante il dominio dei Franchi che succedettero ai longobardi nel governo di Malcesine.

Proprio la posizione strategica del borgo ne fece durante i secoli un luogo particolarmente contestato dalle varie potenze che si succedettero nel controllo del territorio, così passo dal controllo della Federazione della Gardesana dell’Acqua a quello dei Visconti, di Venezia, dell’Austria, della Francia Napoleonica per diventare parte del Regno d’Italia solamente nel 1866.
I primi costruttori del castello sembrano essere stati i Longobardi di re Alboino che su di uno scoglio a picco sul lago ersero la prima roccaforte gardesana, che venne però distrutto una prima volta dalle truppe di Re Childerico; fu riedificato verso la fine dell’ottavo  ad opera dei Franchi quando Malcesine passò nelle mani di Carlo Magno, mentre le mura vennero allargate in seguito per contrastare le invasioni dei barbari Ungheri e andarono a proteggere il borgo.
La vera rinascita del castello avvenne però durante il periodo dei feudi prima divenendo parte della signoria del Vescovo di Verona dove acquisto una grande indipendenza tanto che il borgo ebbe la possibilità di coniare monete proprie. Intorno alla fine del 1200, il controllo del borgo e del castello passò ai signori “Della Scala”, e nel 1277 l’allora signore di Verona Alberto, capendone l’importanza strategica del borgo, rimaneggiò e restauro il castello con particolare cura. Da quel momento prende il nome di “Castello Scaligero” di Malcesine. Nel 1400, per difendersi dai tentativi di conquista dei Carraresi, il borgo di Malcesine dovette passare sotto la protezione della Serenissima Repubblica di Venezia che segna l’inizio di un periodo di stabilità e prosperità.

Sia che si arrivi dal lago o tramite la strada normale, il castello cattura subito lo sguardo con la sua torre pentagonale di 31 mt che domina l’intero paesaggio. In effetti il castello, insieme alla funivia, è il vero cuore dell’intero borgo di Malcesine che ogni anno accoglie migliaia di visitatori da tutto il mondo.
Appena si entra, sulla sinistra, c’è la “Casermetta” che al piano interrato e al piano terra ospita il Museo di Storia Naturale del monte Baldo e del Garda. In sole 9 sale il piccolo museo riesce a raccontare il territorio sia del Lago di Garda che del Monte Baldo da un punto di vista geologico e naturalistico; le quattro sale posizionate nel piano interrato sono dedicate soprattutto al lago mentre e le altre cinque al piano terra sono dedicate al paesaggio e alla montagna. Particolarmente affascinante è la prima sala il cui scopo è di immergere il visitatore nel lago, creando uno stacco con la realtà esterna e fargli immaginare di essere sul fondo del lago più grande d’Italia; affianco c’è la sala con la stratigrafia del lago che permette di capire realmente le dimensioni e la profondità del Lago di Garda e quale sia la sua fauna ittica.
Sebbene sarebbe sufficiente la visita al piccolo museo naturalistico per giustificare un’escursione al castello quello che questo bellissimo monumento offre è molto di più: percorrendo le mura e salendo sulla torre ,circa 400 scalini, da un’altezza di 70 metri (30 metri l’altezza della torre e circa 40 lo sperone roccioso sulla quale si erge) si può ammirare un panorama a 360° del lago e delle montagne da un punto di vista incantevole. Durante la salita si può ammirare un antico fucile

Un’altra sala che merita di essere vista è quella dedicata al poeta Goethe. Nel settembre del 1786, durante il suo viaggio in Italia il poeta incorre in una disavventura: arrivato a Malcesine, colpito dalla bellezza del lago e del castello si mette a dipingerlo. Le autorità veneziane,scambiandolo per una spia austriaca,  lo arrestano. Una volta chiarito l'equivoco, Goethe soggiornerà serenamente alcuni giorni proprio a Malcesine.
Appena fuori dalla “Casermetta” si sale per una gradinata, fino alla vecchia polveriera costruita dagli Austriaci che oggi prende il nome di “Sala Goethe”; qui si trovano esposte le immagini che Goethe ha tratteggiato del lago e del Castello. Appena oltre la sala è collocato in un angolo il busto del Poeta.

Dopo la “Sala Goethe” si può avere una prima visione del panorama del lago salendo una scalinata che porta a quello che viene definito il secondo cortile, chiamato “Rivellino”, dove vengono anche celebrati i matrimoni.


Attraverso un portale (chiamato “Portale Scaligero”) si accede al terzo cortile. La prima cosa che si nota è la presenza di un pozzo. Alla sinistra di questo, infondo al muro, oltre quelle che sembrano le antiche latrine, c’è un antico affresco raffigurante una Madonna con Bambino, segno che forse in passato era presente in quel punto una cappella.
Da questo cortile è possibile salire alla torre passando per la Sala Congressi della Residenza Scaligera oppure accedere al piano terra al Museo “delle Galee veneziane”, dedicato alla storia della navigazione sul lago e alla nascita e all’evoluzione del castello.
Il visitatore che accede a queste sale è accolto da un impressionante filmato animato che illustra l’impresa del trasporto via terra di una flotta da Venezia al Lago di Garda, il famoso: “Galeas per montes”, una delle più incredibili imprese di ingegneria militare realizzate nel medioevo. Tra il gennaio e l'aprile 1439 la Serenissima Repubblica di Venezia fece trasportare una flotta di 33 navi, dal Mar Adriatico al Lago di Garda, risalendo il fiume Adige fino a Rovereto e trasportando le navi via terra per un percorso di circa venti chilometri tra le montagne.

Se si ha intenzione di visitare Malcesine, magari per usufruire della famosa funivia, conviene sicuramente dedicare un paio d’ore a visitare il castello e conoscere meglio la storia, la morfologia e l’aspetto naturalistico presente nella zona del Garda.

  ► Curiosità

Timeline rapporti Nato-Russia
Timeline rapporti Nato-Russia

1975 Accordi di Helsinki (conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa) dove tra le altre cose si dichiarava che ogni stato ha il diritto di scegliere le alleanze che preferisce (ART1, comma a, punto I, secondo pargrafo: "...Essi hanno inoltre il diritto di appartenere o non appartenere ad organizzazioni internazionali, di essere o non essere parte di trattati bilaterali o multilaterali, compreso il diritto di essere o non essere parte di trattati di alleanze; essi hanno inoltre il diritto alla neutralità."). Tra i firmatari c’era anche l’ex URSS.
La "Dichiarazione sui principi che guidano le relazioni tra gli stati partecipanti" inserita nell'Atto finale elencava i dieci punti:

  • - Eguaglianza sovrana, rispetto dei diritti inerenti alla sovranità;
  • - Non ricorso alla minaccia o all'uso della forza;
  • - Inviolabilità delle frontiere;
  • - Integrità territoriale degli stati;
  • - Risoluzione pacifica delle controversie;
  • - Non intervento negli affari interni;
  • - Rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, inclusa la libertà di pensiero, coscienza, religione o credo;
  • - Eguaglianza dei diritti ed autodeterminazione dei popoli;
  • - Cooperazione fra gli stati;
  • - Adempimento in buona fede degli obblighi di diritto internazionale;

https://www.osce.org/files/f/documents/a/c/39504.pdf

 

1989/90 Unificazione delle 2 germanie.

 

2 al 3 dicembre 1989 Vertice di Malta. Incontro tra il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e del leader sovietico Mikhail Gorbachev dopo il crollo dei governi del blocco comunista in Germania dell'Est, Polonia, Ungheria, Bulgaria e Cecoslovacchia. Nessun trattato o accordo è stato firmato.



12 settembre 1990 Accordi di Mosca per la riunificazione delle due germanie:  

  • - Le Quattro Potenze (Francia, il Regno Unito, gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica)  rinunciarono ai diritti già posseduti sulla Germania, inclusi quelli relativi alla città di Berlino;
  • - La Germania divenne pienamente sovrano il 15 marzo 1991;
  • - Tutte le truppe sovietiche avrebbero dovuto lasciare la Germania per la fine del 1994;
  • - La Germania in accordo doveva limitare le sue combinate forze armate a non più di 370.000 persone, non di più di 345.000 delle quali dovevano essere complessivamente nell'Esercito e nell'Aeronautica (Luftwaffe);
  • - La Germania ribadiva la sua rinuncia alla fabbricazione, alla detenzione e ai controlli sulle armi nucleari, biologiche e chimiche e in particolare che il trattato sulla non proliferazione nucleare;
  • - Nessuna forza armata straniera, né armi nucleari, né vettori di armi nucleari sarebbero stazionate nella ex Germania Est, rendendola permanentemente zona libera da armi nucleari;

Non si parla di non espansione della Nato ad EST. L’unica nota è dell’allora segretario di Stato Americano (non segretario della NATO) James Baker (James Addison Baker III) che avrebbe discusso con Gorbaciov della possibilità di non espansione della NATO ma non fu mai presa una decisione scritta in nessun trattato. Rimane tutto a livello di discussione ipotetica. (intervista Backer a New York Times 9 gennaio 2022 https://www.nytimes.com/2022/01/09/us/politics/russia-ukraine-james-baker.html )
Inoltre all’epoca del trattato il Patto di Varsavia era ancora attivo e nessuno supponeva o immaginava la caduta dell URSS e del Patto di Varsavia
Testo del Trattato dal sito ONU
https://usa.usembassy.de/etexts/2plusfour8994e.htm

 

8 dicembre 1991 Accordo di Belaveža (o accordo di Minsk). Sancisce la cessazione dell'Unione Sovietica come soggetto di diritto internazionale; secondo l'art. 72 della Costituzione sovietica del 1977, ciascuna delle repubbliche sovietiche aveva il diritto di lasciare liberamente l'Unione. Gli accordi vengono firmati dai leader di Bielorussia, Russia e Ucraina.
Anche in questi accordi non si accenna all’impossibilità da parte dei firmatari di non entrare nella NATO, ma nell' ARTICOLO 6 è scritto:"...Gli Stati membri della Comunità manterranno e manterranno sotto comando congiunto, uno spazio militare e strategico comune, compreso il controllo congiunto sulle armi nucleari..."
Da ricordare che nell'ART. 5 è scritto: "Le Parti contraenti si riconoscono e rispettano reciprocamente l'integrità territoriale e l'inviolabilità dei confini esistenti all'interno della confederazione. Garantiscono l'apertura delle frontiere, la libera circolazione dei cittadini la libertà di trasmissione delle informazioni all'interno della Comunità."
L'Articolo 10, in fine, riserva il diritto di sospendere l'applicazione dell' Accordo o di singoli articoli dello stesso dando alle altre parti un anno di preavviso di tale sospensione.
https://www.venice.coe.int/webforms/documents/?pdf=CDL(1994)054-e

 


25 dicembre 1991 El’cin alle Nazioni Unite dichiara che la Federazione Russa (nata con i protocolli di Alma-Ata, stipulati il a dicembre 1991 e ratificati tra 1991 e il 1994 da Kazakistan, Tagikistan, Armenia, Turkmenistan, Uzbekistan, Kirghizistan, Moltavia, Azerbaigian e Georgia) è l’erede dell’URSS presso le Nazioni Unite e ne occuperà il seggio (e di conseguenza riconosce i trattati internazionali firmati dal’ URSS)

 


31 marzo 1991 Fine Patto di Varsavia

 


5 dicembre 1994 Memorandum di Budapest.  Secondo il memorandum, la Russia, gli Stati Uniti e il Regno Unito concordano, in cambio dell'adesione dell'Ucraina al trattato di non proliferazione delle armi nucleari e del trasferimento del suo arsenale nucleare in Russia a:

  • - Rispettare l'indipendenza e la sovranità ucraina entro i suoi confini dell'epoca;
  • - Astenersi da qualsiasi minaccia o uso della forza contro l'Ucraina;
  • - Astenersi dall'utilizzare la pressione economica sull'Ucraina per influenzare la sua politica;
  • - Chiedere l'approvazione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite se vengono usate armi nucleari contro l'Ucraina;
  • - Astenersi dall'usare armi nucleari contro l'Ucraina;
  • - Consultare le altre parti interessate se sorgono domande su questi impegni;

Anche in questo caso non si parla di non adesione dell’Ucraina alla NATO
https://treaties.un.org/Pages/showDetails.aspx?objid=0800000280401fbb

 

27 Maggio 1997 Atto Fondatore sulle relazioni NATO Russia, un piano d'azione riguardante le future relazioni NATO-Russia. In quest’atto non vi era alcuna clausola che conferrise a una delle parti il diritto di veto sulle azioni dell'altra ne l’impegno della NATO di non espandersi ad EST.
La Russia e la NATO si sono impegnate arispettare la sovranità, l’indipendenza, l’integrità territoriale di tutti gli Stati e il loro diritto intrinseco a scegliere i mezzi per assicurare la propria sicurezza
https://www.nato.int/cps/en/natolive/official_texts_25468.htm?selectedLocale=en

 


Nell'agosto 2008, a seguito dell'intensificarsi delle ostilità tra Russia e Georgia sulla regione separatista dell'Ossezia del Sud, la Georgia ha annunciato l'intenzione di ritirarsi dalla CSI e dall' Accordo di Belaveža. Il ritiro venne finalizzato nell'agosto 2009

 


Dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e dopo che nel 2018 almeno 10.000 persone erano state uccise negli scontri tra le forze armate ucraine e le unità paramilitari sostenute dalla Russia nel bacino del Donets, nel maggio di quell'anno, il presidente ucraino Petro Poroshenko ha ufficialmente ritirato l'adesione dell'Ucraina dalla CSI e dall' Accordo di Belaveža.

Entropia
Entropia

L’entropia, conosciuta anche come “secondo principio della termodinamica”,  è una funzione di stato ed è una delle proprietà fisiche più importanti.
Le definizioni che si possono trovare sono molte:


  1. 1. L’entropia è il disordine di un sistema, che è la più famosa,  può andare bene se prima si definisce cosa si intende per disordine.
  2. 2. L’entropia è la quantità di calore sprecato nel compiere un lavoro
  3. 3. La tendenza dei sistemi chiusi ed isolati ad evolvere verso uno stato di massimo equilibrio
  4. 4. L’entropia è un modo per sapere se un determinato stato è raggiungibile da un sistema per mezzo di una trasformazione naturale e spontanea.
  5. 5. S= K log W, dove K è la costante di Boltzmann e w rappresenta tutte le possibili configurazioni di un microsistema in un macrosistema
  6. 6. ΔS= Q/T, dove ΔS è la variazione di entropia di un sistema, Q è il calore interno del sistema e T è la temperatura

L’entropia è indicata con la lettera S in onore di Nicolas Léonard Sadi Carnot
Cos'è un ologramma
Cos'è un ologramma
Semplificando si può dire che un ologramma non è altro che un' immagine tridimensionale di un oggetto su lastra fotografica ottenuta sfruttandol'interferenza di due fasci di luce di un'unica sorgente laser: viene creato con la tecnica dell'olografia mediante impressione di una lastra o pellicola olografica utilizzando una sorgente luminosa coerente come è ad esempio un raggio laser.
Il fronte d’onda, a seguito di divisione, dà origine a due fronti d’onda, il fascio di riferimento e il fascio oggetto, che sono inizialmente completamente correlati e che seguono due strade diverse. Il fascio oggetto viene sovrapposto in quello che si definisce “piano immagine” al fascio di riferimento. L’interazione presenta una modulazione di intensità sul piano immagine.
Una delle caratteristiche degli ologrammi è che lastra olografica conserva il contenuto informativo in ogni sua parte quindi se si rompe in più parti la lastra è possibile ottenere la stessa immagine tridimensionale completa in ogni pezzo che risulta

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2022 (44)
2022
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Primavera Estate 2020 (83)
Primavera Estate 2020

  ► Aerei del giorno

Aeritalia AM 3
Aeritalia AM 3 Tipo: Aereo da ricognizione specializzato e controguerriglia
Ruolo: Ricognizione, Contro Guerriglia
Nazione di Origine: Italia
Armamento: 2 mitragliatrici. 340 Kg di Bombe. Missili fumogeni da segnalazione obiettivo

Prestazioni: Velocità massima 278 km/h. Autonomia 990 km
Aeritalia G-91Y
Aeritalia G-91Y Tipo: cacciabombardiere
Ruolo: Caccia, Appoggio, Attacco
Nazione di Origine: Italia
Armamento: Cannoni 2 DEFA 552 da 30 mm. Bombe caduta libera: fino a 1800 kg. Razzi

Prestazioni: Velocità massima 0,8 Mac (1 140 km/h in quota), Autonomia 3500 km, Tangenza 12500m
Aermacchi MB-339
Aermacchi MB-339 Tipo: Aereo da addestramento avanzato e da appoggio tattico leggero
Ruolo: Appoggio, Attacco, Ricognizione, Addestramento, Contro Guerriglia, Antinave
Nazione di Origine: Italia
Armamento: In 6 piloni sub-alari può contenere una combinazione di razzi, gondole per mitragliatori, bombe a caduta libera e missili aria aria a giuda infrarosso (Matra R550 Magic)

Prestazioni: Velocità massima 0.80 Mach (898 km/h in quota), Velocità di salita 33,5 m/s, Autonomia 1760km, 3600km in trasferimento, Tangenza 14630m

  ► Tutorials

Simulare Carica Altro con Jquery

I siti web moderni preferiscono all’impaginazione dei risultati delle query il caricare sulla stessa pagina altri risultati (il famoso Carica altro) tramite la pressione di un tasto/link o tramite il raggiungimento della fine pagina.
Tra i vari metodi disponibili il più semplice lo si ottiene tramite jquery e si può adattare a molti script e linguaggi.
Per fare questo usiamo due metodi che ci offre il frameworks jquery: .append e .load.
Il metodo .append serve per poter accodare un contenuto all’interno dell’elemento al quale è associato.
Il metodo .load carica, invece, il contenuto di un file all’interno di un div.
Per quanto riguarda l’html sarà sufficiente creare un div al quale assegnamo l’id “contenuto” all’interno del quale carichiamo la nostra pagina con i dati aggiuntivi.

<div id="contenuto"></div>

Per quanto riguarda lo script ci limitiamo a scrivere la funzione che carica la pagina dentro contenuto:

<script>
function aggiungi (pag) {
$('#contenuto').append($("<div>").load("caricaaltro2.aspx?id="+pag));
}
</script>

Nello script abbiamo aggiunto una variabile che passa il numero di pagina nel caso dovessi caricare più pagine.
Posso anche aggiungere la funzione che nasconde il div che mi mostra “carica altri”:


$("#linnk").click(function() {$(this).hide();});

Nella pagina caricata mi limiterò a inserire lo stesso script e lo stesso div.


 

Script completo prima pagina 

<%@ Page Language="VB" ContentType="text/html" ResponseEncoding="utf-8" %>

<!doctype html>
<head>
<meta http-equiv="Content-Type" content="text/html; charset=utf-8" />
<title>Documento senza titolo</title>


<style type="text/css">
body { color: #000; text-align:center; background-color: #FFF; }
.quadrati { width:200px; height:200px; margin:2px 2px 2px 2px; display:inline-block; border:#354D46 1px solid; }
img { height:100%; width:auto; max-width:190px; }
</style>
<%dim pag = 2%>
</head>

<body>
<p>CARICA ALTRO ESEMPIO</p>

<div class="quadrati">
<img src="https://www.filoweb.it/galleria2015/foto/R06939V9BEM0AWYTUVM5VOQMEP0Q9O.jpg" >
</div>

<div class="quadrati">
<img src="https://www.filoweb.it/galleria2015/foto/LN6VNQDBH_NH77SWWRRBP6YJX7BDMQ.jpg" >
</div>

<div class="quadrati">
<img src="https://www.filoweb.it/galleria2015/foto/LVXNE6SIG86TAO8YBPBK3Q6A9D5VAF.jpg" >
</div>

<div id="contenitore" style="width:100%;">
<div id="contenuto" style="width:100%;"></div>
</div>

<div id="blinnk"><a href="javascript:aggiungi(<%response.write(pag)%>);" id="linnk" style="width:100%; background-color:#354D46; text-align:center; color:#FFF;" title="Carica tutti" >CARICA ALTRI</a></div>

<script src="https://ajax.googleapis.com/ajax/libs/jquery/3.2.1/jquery.min.js"></script>
<script>
$("#linnk").click(function() {$("#blinnk").hide();});

function aggiungi (pag) {
$('#contenuto').append($("<div>").load("caricaaltro2.aspx?id="+<%response.write(pag)%>));
}
</script>

</body>
</html>


 

 

Script completo 2° pagina

<%@ Page Language="VB" ContentType="text/html" ResponseEncoding="utf-8" %>

<!doctype html>
<html >
<style type="text/css">
body { text-align:center; }
.quadrati { width:200px; height:200px; margin:2px 2px 2px 2px; display:inline-block; border:#354D46 1px solid; }
img { height:100%; width:auto; max-width:190px; }
</style>

</head>
<body>
<%
dim pag
pag=request.QueryString("id")
pag=pag+1
%>

 

 

<div id="contenitore">
<h3> questa è la pagina <%response.write(pag)%></h3>
<div class="quadrati">
<img src="https://www.filoweb.it/galleria2015/foto/YLAUXHFWF52IBFJC7TJAZ_Z9ESH799.jpg" >
</div>

<div class="quadrati">
<img src="https://www.filoweb.it/galleria2015/foto/PA8I4_C_J8GFA808JSS4QVQT9NK2FH.jpg" >
</div>

<div class="quadrati">
<img src="https://www.filoweb.it/galleria2015/foto/YLAUXHFWF52IBFJC7TJAZ_Z9ESH799.jpg" >
</div>

<div id="blink<%response.write(pag)%>" style="width:100%; background-color:#293343;"><a href="javascript:aggiungi(<%response.write(pag)%>);" id="linnk<%response.write(pag)%>" style="width:100%; background-color:#354D46; text-align:center; color:#FFF;" title="Carica tutti" >CARICA ALTRI</a></div>

<div id="contenitore" style="width:100%;">
<div id="contenuto" style="width:100%;"></div>
</div>

</div>

<div id="contenitore" style="width:100%;">
<div id="contenuto" style="width:100%;"></div>
</div>

<script src="https://ajax.googleapis.com/ajax/libs/jquery/3.2.1/jquery.min.js"></script>
<script>
$("#linnk<%response.write(pag)%>").click(function() {$("#blinnk<%response.write(pag)%>").hide();});
function aggiungi (pag) {
$('#contenuto').append($("<div>").load("caricaaltro2.aspx?id="+<%response.write(pag)%>));
}
</script>
</body>
</html>

Installazione offline di Visual Studio 2017

Visual Studio è un ambiente di sviluppo integrato sviluppato da Microsoft, che supporta attualmente (2018) diversi tipi di linguaggi come il C, il C++, il C#, il Visual Basic .Net, l’ Html, il JavaScript e molti altri. Visual Studio permette la realizzazione sia di applicazioni che di siti web, web application e servizi web di varia natura.
L'attuale distribuzione di Visual Studio (la 2017), che rappresenta l’ultima versione dopo 20 anni di evoluzione, è disponibile in 3 versioni:



• Community
• Professional
• Enterprise


Una delle novità più importanti riguarda la versione Community che è disponibile completamente gratuita e può essere scaricata e utilizzata liberamente.


Per installare la versione community (come anche le altre) è sufficiente scaricare il file di installazione, lanciarlo e decidere quali componenti installare. Il processo può risultare molto lungo, a seconda della lingua; un’altra soluzione consiste nello scaricare sempre il file di installazione e scaricare tramite uno script i file di setup da conservare per eventuali nuove installazioni.
Il processo risulta sempre lungo, ma una volta fatto ho i file sempre pronti.
Per fare questo per prima cosa devo scaricare il file di installazione da:
https://www.visualstudio.com/it/ e quindi salvarlo in una cartella.

Apro quindi il prompt dei comandi (cmd.exe) e mi posiziono nella cartella dove ho copiato il mio file di installazione (vs2017.exe) e scrivo il comando:



vs2017.exe --layout c:\vs2017setup --lang it-IT


In questo modo creo una cartella chiamata vs2017setup dove verranno scaricati tutti i file per l’installazione offline della versione in italiano (lang it-IT) di visual studio 2017.
Visto che in totale verranno scaricati più di 30Gb ci vorrà tempo ed una connessione veloce ( non obbligatoria ma consigliata).


Una volta terminato sarà sufficiente andare nella cartella di installazione ed eseguire il file di setup.

Note: Posso anche scaricare la versione non localizzata in italiano, ma con tutte le lingue disponibile, in questo caso devo prepararmi a scaricare più di 65Gb!!.

Iframe ad altezza variabile

Premetto che non sono un amante degli iframe (non più almeno) perché oltre ad essere deprecati nell’HTML5 fanno sembrare il sito più vecchio di almeno 6-7 anni dando un’idea di poca professionalità. Inoltre gli iframe sono stati creati per visualizzare pagine esterne al proprio sito web, all'interno dello stesso anche se spesso sono stati usati in maniera errata. Quindi si se si vogliono usare per includere pagine esterne, no per quelle interne meglio usare altri metodi come include, o jquery).

Dopo questa lunga e doverosa premessa passiamo ai fatti. Chi usa il tag iframe spesso ha la necessità di adattarne l’altezza in base al contenuto che viene caricato. I metodi che si trovano in rete sono molti ed io voglio qua proporre la mia personale soluzione in pochissime righe di codice: leggo l’altezza dell tagdel contenuto che carico e tramite jquery assegno l’altezza all’ iframe.
Certo posso scegliere anche il tago altro ma in questo mio esempio preferisco usarevisto che tutto il contenuto visibile in una pagina è racchiuso lì dentro.



Definiamo lo stile per il nostro iframe tramite css:
#mioiframe { width:100%; border:#293343 1px solid; height:300px; }



Scriviamo il nostro iframe.



<iframe src="pg.html" id="mioiframe" class="mioiframe" scrolling="no" frameborder="0" name="contenuto" onload="caricato()"></iframe>

Definiamo il nostro script che verrà chiamato al caricamento del contenuto dell’iframe:
function caricato() {
var mioif = $("#mioiframe").contents().find("body");
var h = mioif.height();
$("#mioiframe").height(80+h+"px");
};


Infine la chiamata alle pagine:


 <a href="pg1.html" target="contenuto" class="menu"> pagina 1 </a>
<a href="pg2.html" target="contenuto" class="menu"> pagina 2 </a>


Come si vede è tutto molto semplice, veloce e leggero…

  ► Varie

Appunti: Photoshop CC v.14 con esempi
Photoshop CC v.14 con esempi
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